Le scuole castellane pronte ad accogliere gli studenti ucraini in fuga dalla guerra
La richiesta per l'ospitalità è giunta dall'Ufficio scolastico regionale. Il Liceo Giorgione può ospitare fino a 68 studenti, ma è fondamentale superare lo scoglio della lingua
CASTELFRANCO – Da alcuni genitori di figli frequentanti le scuole superiori di Castelfranco, ci è giunta notizia che arriveranno anche nella nostra città dei nuovi compagni di classe, provenienti dall’Ucraina. Abbiamo contattato il professor Franco De Vincenzis, dirigente scolastico del Liceo statale “Giorgione”, che ci ha gentilmente delucidato sulla questione.
«Dall’Ufficio Scolastico Regionale è stata inoltrata a tutti gli istituti scolastici veneti la richiesta di disponibilità per ospitare al proprio interno studenti provenienti dall’Ucraina. Per quanto riguarda le scuole di Castelfranco, so che tutte si sono dimostrate disponibili a riguardo». Nello specifico, il liceo Giorgione ha dichiarato di poter accogliere 68 studenti, suddivisi nelle 44 classi dell’istituto, dalla prima alla quinta superiore.
Questo significa che ogni classe ospiterà da uno fino a un massimo di tre studenti, in base anche al percorso scolastico frequentato in patria dai ragazzi ucraini e al piano di studi di ciascuna sezione. Tuttavia, è molto probabile che saranno pochi i ragazzi maggiorenni ucraini, dato che nel Paese in guerra gli uomini dai 18 ai 60 anni sono arruolabili nelle forze di difesa.
A livello generale, le scuole al momento dovranno occuparsi unicamente del percorso scolastico degli studenti ucraini, tranne dove sono presenti convitti e mense, che potranno essere messi a disposizione per l’accoglienza anche al di fuori dell’orario scolastico.
Come sottolineato dal dirigente De Vincenzis, l’ostacolo più arduo sarà rappresentato dalla lingua. Pur confidando nella rapidità di apprendimento dei ragazzi, per superare la barriera linguistica è prevista una collaborazione con la Rete di integrazione degli studenti stranieri, che ad esempio potrà offrire supporto ai docenti che vorranno usufruirne di corsi per insegnare italiano come seconda lingua. È in ogni caso previsto un potenziamento generale della rete che vede come capofila l’istituto tecnico Martini.
Aggiunge infine il professor De Vincenzis: «Da parte nostra, oltre alle regolari lezioni, stiamo ipotizzando di realizzare attività specifiche, anche ludiche, per poter tenere gli studenti ucraini a scuola il pomeriggio. Nella speranza che l’emergenza non duri a lungo e che questi ragazzi possano presto ritornare nella loro patria senza più guerra, noi ci siamo e siamo pronti ad offrire i nostri servizi».