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31 luglio 2024

Treviso

Lenti a contatto, all'ospedale di Treviso tre ricoverati per infezioni oculari: "In estate aumento dei casi"

Ecco i consigli del dottor Scarpa, primario dell’Oculistica del Cà Foncello

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

foto equipe oculistica

TREVISO - Sono sempre di più le gravi infezioni corneali causate da un uso improprio delle lenti a contatto registrate durante il periodo estivo dagli oculisti dell’Ulss2. Attualmente sono tre i pazienti ricoverati all’ospedale Cà Foncello e affetti da questo tipo di infezioni. Per questo il primario dell’Oculistica dell’ospedale Treviso, Giuseppe Scarpa, fa il punto della situazione e fornisce alcuni utili consigli per un uso corretto delle lenti.

“La scarsa attenzione all’igiene, l’uso prolungato delle lenti a contatto, le alte temperature, i bagni in mare o in piscina costituiscono un insieme di fattori che crea le condizioni ideali per la proliferazione di agenti infettanti in grado di attaccare la cornea e di penetrare all’interno dell’occhio con conseguenze, nei casi più gravi, irreversibili - spiega il dottor Scarpa -. In questi giorni, nel reparto di Oculistica del Ca’ Foncello si trovano ricoverati tre pazienti affetti da questo tipo di infezioni, con all’origine un uso non corretto delle lenti a contatto".

"Stiamo trattando questi tre difficili casi con un approccio multidisciplinare: in primo luogo individuando con esattezza l’agente responsabile, e per far questo ci è venuta in aiuto l’Unità Operativa di Microbiologia, diretta dalla dottoressa Elisa Vian, che ha eseguito esami identificativi, colturali e di biologia molecolare avanzata - chiarisce il primario -. Gli agenti coinvolti sono i batteri gram negativi, alcune famiglie di funghi e acanthamoeba, un genere di ameba con alta capacità di proliferare proprio nelle lenti a contatto: tutti agenti difficilissimi da eliminare in quanto resistenti alle comuni terapie antibiotiche. Grazie al prezioso aiuto della Microbiologia abbiamo potuto iniziare una terapia individualizzata per ciascun paziente. Ora stiamo monitorando l’efficacia di questi trattamenti che necessitano di tempi lunghi per agire. Nel caso questo approccio non fosse sufficiente ad arrestare l’infezione, sarà necessario ricorrere ad un intervento di asportazione del tessuto corneale infetto, che sarà sostituito da un trapianto di tessuto fornito dalla Banca degli Occhi del Veneto”. 

Il dottor Gianluca Capello, medico dell’équipe del dr Scarpa e responsabile della attività di trapianto di cornea, spiega come si svolgono questi interventi: “Qualora l’infezione non fosse dominabile, saremmo costretti a procedere con un trapianto di cornea: si tratta di una chirurgia difficile, ma abbiamo messo a punto negli ultimi anni delle tecniche che prevedono l’asportazione solamente della parte più danneggiata preservando maggiormente l’architettura dell’occhio”. 

“Raccomando attenzione nell’uso delle lenti a contatto - conclude il dottor Scarpa -: è bene lavarsi sempre le mani prima di applicarle e di toglierle, mantenere una scrupolosa igiene nel manipolare i liquidi di conservazione, non indossarle mai facendo il bagno in mare o in piscina, né in presenza di dolore o arrossamento oculare e, soprattutto, in caso di dolore e offuscamento visivo ingravescenti rivolgersi sempre al medico oculista, professionista in grado di diagnosticare e trattare tempestivamente simili patologie”.


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