Letta termina le consultazioni
Pdl: "Ancora nodi da sciogliere"M5S: "Se vedremo fatti ci saremo"
ROMA - "E' stata una giornata intensa, ricca di indicazioni utili e positive, sia di contenuti che di metodo". E' questa la valutazione del premier incaricato Enrico Letta al termine del giro di consultazioni con le forze politiche. Domani il numero due del Pd si prenderà una giornata di ''riflessione'' per arrivare sabato già a sciogliere la riserva: "Vedremo".
Lo scoglio maggiore è rappresentato dal partito di Silvio Berlusconi. "La discussione con il Pdl l'avete visto è stata quella più lunga, quasi due ore. Ma io penso che molte ore ci vorranno ancora perché veniamo da un tempo di contrapposizioni profonde e permangono differenze molto significative". Pd e Pdl sono forze "alternative". E quindi ci vorrà "molto tempo perché questa situazione continua ma le due ore" di colloquio con il Pdl "sono state animate da spirito costruttivo. Non mi nascondo le difficoltà che ci sono tutte e che stanno alla base della difficoltà iniziale della situazione e che sono insite nel mandato che mi ha conferito il presidente Napolitano". Quanto a Berlusconi l'"ho sentito telefonicamente per 30 secondi. E' stata una telefonata di incoraggiamento. Ho parlato anche con altri leader politici e ho avuto incoraggiamenti da tutti e questo mi conforta, ma l'incoraggiamento non scioglie i nodi che sono oggettivi, sono tutti. Solo con un grande sforzo di mediazione si puo' dare seguito alla linea del Capo Stato".
Primo gruppo ad entrare nella sala del Cavaliere, alla Camera, è stato in mattinata quello di Sel con il no alle larghe intese ribadito da Nichi Vendola. "Abbiamo spiegato le ragioni della nostra opposizione a quello che si preannuncia essere un governo di larghe intese", ha detto il leader di Sel, per il quale un esecutivo con il Pdl è la ''risposta sbagliata al fatto epocale della richiesta di cambiamento''. Insomma ''non c'è nessuna ostilità nei confronti della persona Enrico Letta'' e assicura ''faremo una opposizione responsabile e non populista, senza pregiudizi''. E proprio in occasione della ricorrenza del 25 aprile, Vendola respinge il paragone tra le larghe intese e le differenti forze politiche presenti nel Comitato di liberazione nazionale. "Il Cln era un luogo in cui convivevano diversità straordinariamente lontane e per certi versi inconciliabili. Solo un soggetto non c'era nel Cln: i fascisti perché era l'unità per traghettare l'Italia fuori dalle secche e macerie del fascismo. Se avessimo dovuto ispirarci a quella esperienza erano altri gli alleati da cercare visto che il nostro tema è uscire dal ciclo del berlusconismo".
Pieno sostegno al tentativo di Enrico Letta è stato espresso dal Centro Democratico e dal Psi e massima disponibilità arriva anche da Scelta civica, il cui coordinatore Andrea Olivero non nasconde però "tutte le grandi, serie difficoltà che ci sono in questo momento" per dare vita al nuovo governo.
No alla fiducia ma "disponibilità alla collaborazione" invece da Guido Crosetto, di Fratelli d'Italia, secondo cui "si può fare opposizione con dignità e in modo serio".
Opposizione leale e concreta da parte della Lega. "Noi non entreremo nel governo. Non siamo interessati a partecipare alla squadra di governo" ha detto Roberto Maroni al termine dell'incontro con Enrico Letta. "Faremo un'opposizione di stimolo al governo", sottolinea il segretario della Lega. Siamo "soddisfatti", aggiunge Maroni, "perché l'incarico non è stato dato alle persone su cui noi avevamo posto una netta e totale pregiudiziale. Abbiamo ribadito il nostro interesse a che nasca un governo, perché unico modo di affrontare problemi. Detto questo abbiamo ribadito la nostra posizione: noi non entreremo nel governo". "Ho trovato Letta, non so se ottimista o pessimista, ma determinato, concreto e consapevole della sua responsabilità - riferisce Maroni -. E' consapevole che il suo tentativo è decisivo. Se fallisce si va dritti al voto anticipato".
Il premier incaricato, terminata la sessione mattutina delle consultazioni, è rimasto a Montecitorio per continuare a lavorare con alcuni dei suoi collaboratori. Per un po' è anche riuscito a far perdere le sue tracce nel palazzo. A Montecitorio però sono stati visti entrare Angelino Alfano e, più tardi, anche Pier Luigi Bersani. Letta, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, avrebbe avuto un colloquio con il segretario del Pdl. Al centro dell'incontro, molto probabilmente le parole di Silvio Berlusconi, che dagli Stati Uniti ha voluto dettare le sue condizioni.
"Abbiamo preparato 8 disegni di legge che sono ciò che secondo noi è indispensabile e urgente fare. Noi diamo il via e sosterremo qualunque governo possa essere in grado di far approvare questi disegni di legge, che sono ciò di cui l'Italia ha assolutamente bisogno" afferma il Cavaliere da Dallas dove si trova per partecipare ad un'iniziativa in onore dell'ex presidente George W Bush. Secondo Berlusconi, "è poco importante chi guiderà questo governo, che tiene insieme chi insieme non ci vuole stare. La cosa veramente importante è che ci sia un governo, e un Parlamento poi, cosa molto in dubbio, che possano approvare quei provvedimenti". Nel pomeriggio da Berlusconi è arrivata anche un'apertura. "Nelle riunioni avute tra i vertici all'interno del Pdl non abbiamo mai parlato di ministri. La Cancellieri? Nessun veto. Le abbiamo offerto di essere nostro candidato a Bologna e l'abbiamo candidata come commissario a Bologna. E' un funzionario dello Stato che apprezziamo tantissimo" ha detto il Cavaliere.
Intanto al termine del lungo incontro con Letta il segretario Pdl Angelino Alfano si è detto soddisfatto "di come questo incontro si è svolto ma "vi sono nodi da sciogliere e presumibilmente altri contatti li avremo. Credo anche che Berlusconi sentirà Letta prima del suo arrivo in Italia". "Ci siamo presentati con spirito costruttivo, e - ha sottolineato Alfano - altrettanto spirito costruttivo abbiamo riscontrato nell'approccio del presidente incaricato". "La linea del Pdl, espressa con grande chiarezza anche in queste ore dagli Usa dal presidente Berlusconi, è chiara: non stiamo ponendo questioni di formule di governo, né di poltrone, cadreghe o cadreghine ma più concretamente un discorso per il bene dell'Italia perché possa rialzarsi. C'è l'emergenza economica e solo su questo abbiamo incentrato l'incontro con Letta", ha chiarito Alfano pur ribadendo che "se i nostri otto punti faranno parte del programma di governo lo sosterremo, sono una questione essenziale per la nostra partecipazione al governo. Per essere chiari - ha ribadito il segretario Pdl - : abbiamo offerto i nostri 8 punti al presidente incaricato, abbiamo avuto delle aperture, non c'è stata una sola questione sulla quale Letta ha detto che è incompatibile con i suoi valori ideali e con la sua visione della crisi. Questo ci conforta sul prosieguo, ma nel merito non abbiamo chiuso un accordo e a questi nodi alludevo". Alfano ha chiarito ancora che "sul programma economico abbiamo ricevuto delle aperture ma vogliamo vedere e capire se concretamente il nascituro governo è in grado di realizzare i nostri punti programmatici indicati come priorità".
Un'apertura Enrico Letta l'ha incassata anche dal Movimento 5 Stelle. ''Non vogliamo rimanere in un angolo a guardare'', ha detto Vito Crimi al premier incaricato che gli chiedeva di abbandonare la logica dell'arroccamento. "L'appello che vi faccio - ha scandito Letta durante l'incontro trasmesso in streaming - è a fare un passo. Non sulla fiducia, ma fatelo dopo. La logica di incomunicabilità che voi dite che non esiste, e invece esiste, deve essere superata. Ognuno di noi rappresenta un pezzo di sovranità popolare, dobbiamo trovare un modo di scongelamento di questa posizione - ha chiesto il premier incaricato -. Vi invito, vedrete i fatti, penso sia il bene delle istituzioni e dei cittadini se ognuno fa dei passi, rimanere nell'angolo non è il bene del Paese". Una richiesta cui il capogruppo al Senato dei parlamentari stellati ha replicato affermando di essere "convinto che alcune idee possono essere accoglibili, su temi specifici e anche interventi a costo zero''. Ma per i grillini appunto "adesso dalle parole bisogna passare ai fatti. Abbiamo assistito a tantissime promesse in questi anni", ricorda Crimi spiegando che l'atteggiamento del Movimento 5 Stelle sui singoli provvedimenti "sarà maturo, sarà di contributo, non di demolizione. Vogliamo vedere azioni concrete e noi nelle azioni concrete, ci saremo". Quanto all'esecutivo che verrà ci aspettiamo, ha scandito la capogruppo alla Camera Roberta Lombardi, "una squadra di governo di alto profilo, scollegata da certe logiche del passato. Un governo il più possibile al di sopra delle parti" con "nomi di altissimo profilo".
Ottimista il Pd che, ultimo gruppo incontrato dal premier incaricato, pur sottolineando che "ci sarà bisogno di un supplemento di lavoro ma siamo convinti che questo ulteriore sforzo possa portarci a sciogliere positivamente la riserva e dare un governo al Paese, cosa ci cui l'Italia ha molto bisogno", ha affermato Roberto Speranza. Il capogruppo del Pd alla Camera, che si è recato dal premier incaricato con il presidente dei senatori Luigi Zanda, ha sottolineato: "Crediamo che questo Paese non possa permettersi di aspettare e abbia bisogno di un governo forte e autorevole".
Sostegno arriva a Letta anche da Matteo Renzi che esorta la "classe politica ad andare fino in fondo, non può disertare, deve mostrare la sua moralità, che non è solo onestà, ma corrispondere con il proprio sforzo a quello che i cittadini chiedono". "Non basta dire che il presidente Napolitano ha ragione -ha aggiunto Renzi, ora quegli auspici devono diventare realtà e chi ha il coraggio delle proprie azioni deve andare fino in fondo". "Il momento è difficile, ma sono convinto che Enrico Letta, che è una persona capace, abbia tutti i numeri per farcela" ha sottolineato Renzi a margine delle celebrazioni per il 25 aprile a Firenze. "Se ce la fa lui - ha aggiunto Renzi - ce la fa l'Italia".