Lutto nazionale per la morte di Berlusconi. C'è chi dice NO!
Il rettore dell'Università di Siena si rifiuta di esporre la bandiera a mezz'asta
"Nessuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì: perché certo che ha segnato la storia. Ma lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Dalla P2 ai rapporti con la Mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura. In questo, e in moltissimo altro, B è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato, è oggi un dovere civile."
Queste sono le parole di Tomaso Montanari, il rettore dell'Università per stranieri di Siena, che ha scelto di non aderire al lutto nazionale deciso dal governo italiano per commemorare la morte di Silvio Berlusconi. Montanari ha inviato una mail alla comunità universitaria per comunicare questa decisione, assumendosi la responsabilità di una scelta "evidentemente controcorrente". Gli stessi concetti Montanari li ha espressi in un post sul suo profilo Twitter.
Il rettore Montanari esprime il suo rispetto per la morte di ogni individuo, sottolineando la tristezza che accompagna tale evento. Tuttavia, egli rifiuta di associare il lutto nazionale a una sorta di santificazione ipocrita dell'ex premier italiano. Montanari sottolinea il giudizio critico sulla figura di Berlusconi, affermando che il suo governo ha lasciato l'Italia e il mondo in uno stato peggiore rispetto a quando li aveva trovati.
Nella mail, Montanari fa riferimento a una serie di problematiche che, secondo lui, caratterizzano il periodo in cui Berlusconi è stato al potere. Dalla controversa loggia massonica P2 ai presunti rapporti con la Mafia tramite l'ex senatore Marcello Dell'Utri, dal disprezzo per il sistema giudiziario alla mercificazione di ogni aspetto della società (con un particolare accento sulle televisioni controllate da Berlusconi), dalla promozione aperta di esponenti di estrema destra al ricorso sistematico alla menzogna come strumento politico, dall'egoismo personale come unico criterio decisionale alla speculazione edilizia che ha contribuito alla distruzione dell'ambiente naturale.
Montanari sostiene che Berlusconi sia stato l'antitesi di uno statista, rappresentando invece un rovesciamento grottesco del progetto originario della Costituzione italiana. Il rettore rifiuta qualsiasi forma di odio verso l'ex premier, ma sottolinea che ricordare chi è stato rappresenta un dovere civile.
La decisione di Montanari di non abbassare le bandiere a mezz'asta in segno di lutto per la morte di Berlusconi ha suscitato dibattiti e reazioni contrastanti scatenando l'ira del centrodestra. Montanari, nell'esprimere la sua posizione attraverso il suo profilo Twitter ha corredato il posto con la foto di Berlusconi mentre abbraccia Marcello Dell'Utri fondatore di Forza Italia e condannato a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Questa vicenda solleva interrogativi sul significato e sull'opportunità di indire il lutto nazionale per una figura politica così controversa come fu quella di Silvio Berlusconi. In ogni caso, il gesto di Tomaso Montanari, che ha scelto di dissentire dalla decisione del governo italiano, invita a una riflessione su come ricordare e valutare i protagonisti della storia, anche quando le opinioni divergono. Il dibattito su Silvio Berlusconi e il suo impatto sulla società italiana continua, e sarà interessante osservare come questa controversia influenzerà il modo in cui verrà ricordato nella storia del paese.