Mercato di tamponi falsi in Trentino, a giudizio 92 persone
In cinque chiamati a rispondere per associazione a delinquere
| Ansa |
TRENTO - Il gip del Tribunale di Trento, Gianmarco Giua, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal procuratore Davide Ognibene per l'infermiere di 46 anni G.M., la moglie D.A. e tre suoi collaboratori per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico.
Secondo l'accusa, l'infermiere sarebbe stato pagato per inserire "nella piattaforma nazionale Dgc i relativi esiti dei tamponi nasali rapidi con risultato positivo al fine di ricevere la certificazione verde al termine del prescritto periodo di isolamento sanitario". Lo riporta la stampa locale.
Assieme ai cinque, sono stati rinviati a giudizio anche 87 clienti, accusati a vario titolo dei reati di corruzione, falso e concorso in accesso abusivo a sistema informatico, che avrebbero pagato l'infermiere fino a 250 euro per ottenere il Green pass. Tra questi figurano impiegati, professionisti ed esponenti delle forze dell'ordine. L'indagine sui tamponi falsi è partita nell'autunno del 2021.
Dagli accertamenti è emerso che, in soli due mesi, nei due ambulatori gestiti da G.M., a Pergine Valsugana e Trento, sarebbero stati effettuati 33.000 tamponi, con una media di 600 tamponi al mese. L'udienza preliminare è fissata nel maggio del 2023.