Arriva nelle sale cinematografiche il docufilm “Gigi Miracol – Ritratto di un uomo libero”
Ecco l’ultima fatica del regista di Trevignano, Dimitri Feltrin
TREVIGNANO – Il regista pluripremiato Dimitri Feltrin di Trevignano torna nelle sale cinematografiche con la sua nuova opera, il docufilm “Gigi Miracol – Ritratto di un uomo libero”. La storia di un personaggio originale, uno spirito libero che vive senza condizionamenti, come spiega lo stesso Feltrin: “Fuori dagli schemi, energico, spigoloso e dissacrante, Gigi è vignaiolo itinerante, saltimbanco, mangiafuoco e poeta dialettale. Da quasi 30 anni ha abbandonato casa e lavoro per vivere, a bordo del suo camper, una vita nomade a contatto con la natura. Una scelta di libertà, che però ha il suo prezzo! Gigi mi ha fatto molto riflettere, e spero che possa essere fonte di stimoli anche per voi”.
Con questa premessa di certo molti saranno incuriositi dalla nuova fatica artistica di Dimitri Feltrin che si preannuncia non solo interessante ma anche ricca di stimoli emotivi e culturali. La prima proiezione è in programma al cinema Edera di Treviso alla 20.30 del 17 febbraio, seguiranno quindi il cinema Italia Eden di Montebelluna il 18 febbraio alle 21, il Verdi a Vittorio Veneto il giorno 19 sempre alle 21, il cinema Giorgione a Venezia il 20 febbraio alle 19 e quindi l’Esperia di Padova il 26 febbraio alle 21. Ma per chi desidera visionare il trailer c’è anche una pagina web dedicata al docufilm https://gigimiracolfilm.tv/. Ma ecco una accattivante descrizione del protagonista di questa pellicola.
“Gigi Miracol, all’anagrafe Luigi Antonioli, è vignaiolo itinerante, poeta dialettale, saltimbanco e mangiafuoco originario di Fregona (TV). Da più di vent’anni vive da nomade. Da quando un incendio gli ha bruciato abitazione e azienda, gira il Paese con il suo camper, che è diventato non solo la sua casa, ma anche il suo più stretto compagno di vita. La sua grande conoscenza delle viti e dell’uva, che tratta rigorosamente con metodi naturali, lo portano a girare da un’azienda agricola all’altra per dispensare consigli ai vignaioli di mezza Italia, ma in particolar modo del suo Veneto: dalle isole della laguna di Venezia, passando per le colline trevigiane, fino alle vallate bellunesi. Tra una potatura e una consulenza, tra una vendemmia e una fiera vinicola, Gigi anima strade e piazze con numeri da saltimbanco e giochi di fuoco. Con le sue poesie in dialetto vittoriese, duro e sanguigno, racconta il passare delle stagioni, il rapporto con la natura e la condizione di uomo che sta invecchiando in un mondo che fatica a riconoscere e ad accettare. Gigi ha fatto della sua vita un’opera d’arte: vulcanico e fuori dagli schemi, ma anche dissacrante e spigoloso. Alla soglia dei settant’anni, però, è anche segnato da un vissuto che ha impresso sulla sua anima tante cicatrici e una marcata vena di disillusione e insofferenza. Seguendolo nell’arco del suo settantesimo anno di vita, il film delinea il ritratto di un uomo portatore di una poesia che è allo stesso tempo rude e profonda, la cui evoluzione non può che seguire il naturale andamento delle stagioni”.
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