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03 gennaio 2025

Castelfranco

Mobbing in ospedale, nuove tutele per lavoratori

Presentato il Comitato Unico di Garanzia che si occupa del benessere organizzativo dei dipendenti

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

Mobbing in ospedale, nuove tutele per lavoratori

CASTELFRANCO - E' stata presentata ieri ai lavoratori dell'Ulss 8 l'attività condotta dal Comitato Unico di Garanzia (CUG) che, oltre ad agire per migliorare l'efficienza delle prestazioni in un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei principi di pari opportunità, di benessere organizzativo, ha l'obiettivo di contrastare qualsiasi forma di discriminazione e di violenza morale o psichica a danno dei lavoratori.

Ora i 2500 dipendenti dell'Ulss 8 hanno uno strumento in più per essere garantiti contro discriminazioni e violenze in ambiente lavorativo, potendosi affidare alla consulenza ed al supporto del Comitato Unico di Garanzia, presieduto dalla dottoressa Patrizia De Matteis (in foto).

 

Al fine di valutare il benessere organizzativo all'interno dell'Ulss è stato sottoposto un questionario ad un campione composto da 300 dipendenti ospedalieri dell'Ulss 8.

Secondo una scala di soddisfazione da 1 a 6 gli intervistati hanno espresso maggiore gradimento rispetto alle discriminazioni (4.93), al lavoro in senso stretto (4.65), all'immagine dell'amministrazione (4.57), ai colleghi (4.29).

 

Tra le situazioni considerate motivo di malessere spicca l'orario del turno di lavoro quando esso è giornaliero ma prevede la reperibilità (66 sono gli insoddisfatti), mentre, in generale, chi svolge la funzione di operatore tecnico esprime un maggior benessere rispetto ai dirigenti o ai quadri intermedi.

Tra i motivi di disagio emersi dal questionario nella parte a “domanda aperta” emergono, invece, soprattutto la carenza di personale (47%), la mancanza del riposo compensativo (15%), il poco tempo da dedicare al paziente (9%).

 

“Le sfide da superare in sanità – ha esordito il direttore amministrativo, Luigi Antoniol, in apertura di convegno - sono molteplici: salvaguardare la funzionalità degli operatori in rapporto al costante invecchiamento della popolazione aziendale, che per l’innalzamento dell’età di pensionamento vede prolungarsi il proprio tempo di permanenza nei servizi, ma anche potenziare la tutela del rapporto che collega vita privata e vita professionale, i bisogni della propria famiglia, con le richieste dell’ambiente di lavoro”.

Una parte molto importante è stata dedicata anche alla condizione del lavoratore anziano.

“L’invecchiamento dei lavoratori della sanità - ha spiegato la dottoressa Patrizia De Matteis - conseguente alla riforma delle pensioni darà luogo nei prossimi 5-10 anni ad una situazione in cui una rilevante quota di lavoratori probabilmente il 15-20% non riuscirà a svolgere i propri compiti o ci riuscirà incontrando forti difficoltà, peggiorando il proprio stato di salute e la qualità dell’assistenza, e rischiando il licenziamento per non-idoneità o assenze per malattia. I fattori di rischio dei lavoratori della sanità che possono compromettere la performance lavorativa sono diversi: quelli ergonomici come il sollevamento e la movimentazione di pazienti con posture scomode o dolorose; quelli psicosociali, come i ritmi di lavoro elevati o il carico di lavoro eccessivo, le richieste psicologiche di tipo emotivo, le minacce e violenza fisica, il lavoro a turni e la conciliazione casa-lavoro, in particolare per le turniste madri di figli minori di 13 anni”.

 

 



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Matteo Ceron

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