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02 dicembre 2024

Mogliano

A Mogliano arriva il Daspo urbano: «Anacronistico e liberticida»

Il consigliere di opposizione Giacomo Nilandi contro gli indirizzi che la Giunta proporrà nel prossimo Consiglio comunale

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Giacomo Nilandi

MOGLIANO - Daspo urbano, se ne parlerà nel prossimo Consiglio comunale in programma il 27 novembre.

La Giunta proporrà di recepire nel Regolamento di Polizia Urbana della città gli articoli di un Decreto Legge che disciplina la materia.

La norma garantisce soprattutto la possibilità al Sindaco e alla Questura di espellere direttamente dalla città senza alcun processo chiunque ostacoli l’accesso a luoghi di pubblico interesse attraverso il suo stazionamento.

Non prima di avergli notificato anche una sanzione pecuniaria. In nome dell’ordine, della sicurezza e del decoro urbano a Mogliano non ci sarà quindi più spazio per persone senza fissa dimora o questuanti.

Sulla questione, critica il consigliere di opposizione Giacomo Nilandi (nella foto): «Risulta molto più facile combattere i poveri rispetto alla povertà: dando cioè vita a mense sociali per i meno abbienti, dormitori per i senza fissa dimora, banchi alimentari, implementare l’edilizia popolare.

Il daspo risulta una misura anacronistica se rapportata a una realtà come la nostra Mogliano, che non si caratterizza certo per un’esplosione di questi fenomeni».

Punge Nilandi: «Le ulteriori modifiche apportate al testo del regolamento di polizia urbana determinano ancor di più la matrice securitaria e liberticida delle politiche messe in piedi dalla Giunta Albanese Bortolato.

Ne è un esempio la nuova disciplina degli artisti di strada che si vuole introdurre: non consentendo loro di esibirsi per più di due ore nello stesso punto, o durante il mercato e gli altri eventi pubblici in piazza; non consentendo loro di utilizzare amplificazione sonora o di esibirsi in due sulla stessa area; dando potere alla polizia di interrompere in qualsiasi momento, anche solo con notifica verbale, la loro esibizione. Oltre ai poveri non c’è neanche più spazio per gli artisti».
 

 



Gianandrea Rorato

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