Motta, riapre la chiesetta della Casa Tomitano Boccassin
Verrà completamente rinnovata, con nuove pitture: la presentazione il prossimo 23 giugno
MOTTA DI LIVENZA - Sarà riaperta e presentata il prossimo 23 giugno con tanto di intitolazione alla beata madre Clelia Merloni di Forlì fondatrice dell’istituto delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù. Si lavora a pieno regime in questi giorni in Casa Tomitano Boccassin (centro servizi alle persone) di via Cigana a Motta per la riapertura della storica chiesetta interna, consacrata ma sottoutilizzata. In questi giorni l'artista Roberta Contiero sta realizzando disegni sacri su tutte le pareti, mentre a livello strutturale sono state eliminate tutte le barriere architettoniche e rivisti gli spazi il tutto progettato seguito dall’architetto “disability manager” Rodolfo Dalla Mora che ha messo a disposizione la sua competenza professionale come dono alla comunità. Al termine dei lavori, il prossimo 22 giugno sarà proiettato il film sulla vita della beata, alla presenza del regista Paolo Damosso. Mentre il giorno successivo è in programma la riapertura vera e propria e la cerimonia di titolazione alla Beata con la presenza del vescovo diocesano Corrado Pizziolo e di alcune Revenrende Suore dell’Istituto.
L'altra mattina erano presenti in chiesetta il presidente Renzo Cester e la direttrice sanitaria Antonia Gesmundo. Presidente Cester com’è nato questo percorso? «Il 3 novembre 2018 fummo invitati alla basilica di San Giovanni in Laterano a Roma alla beatificazione di Madre Clelia, fondatrice delle suore Apostole del Sacro Cuore. Oltre a noi, era rappresentata l’amministrazione comunale e i rappresentanti della scuola materna e Ospedale in quanto a Motta le suore rimasero in servizio per oltre cento anni nelle tre strutture oltre la Parrocchia. Venne allora l’idea di riqualificarla e di intitolarla alla beata che esternata alle alla Generale dell’Istituto acconsenti da subito affinché ci fosse donata una Reliquia da collocarsi nelle chiesetta riqualificata.
A causa del Covid l’idea rimase momentaneamente nel cassetto ma venne condivisa e sempre sostenuta dal parroco Don Vittorino Battistella, col consiglio di amministrazione e con un gruppo di persone particolarmente sensibili all’idea che aderirono per il progetto specifico all’associazione storica Arcobaleno, dedita esclusivamente alle opere rivolte agli ospiti della Casa. Infatti l’opera si regge solo su contributi spontanei che vengono raccolti esclusivamente attraverso l’associazione, al lavoro gratuito dei volontari e ai Il materiali messi a disposizione da diverse aziende locali in forma di donazione o a prezzi di molto agevolati.
«L’artista Roberta Contiero sta concludendo le pitture interne. Una parete prevede di raccontare per immagini la storia della beata. In un’altra ci saranno simboli indicativi, come il grano che iconicamente rappresenta il pane. In una terza ci saranno le rappresentazioni degli angeli custodi, molto cari a madre Clelia».
In tanti luoghi le chiese chiudono, qui si apre: perché?
«Cerchiamo di seguire e dare sempre più valore a tutti gli aspetti che possono aiutare le persone nell’ultimo tratto della vita e l’attenzione alla dimensione spirituale è punto imprescindibile e fondamentale del nostro pensiero di Casa. Sarà un angolo molto importante non solo per i nostri ospiti ma anche per le loro famiglie e anche per chi qui lavora ogni giorno accanto a situazioni di dolore e aperta a tutti come luogo di culto e di preghiera». Appuntamento dunque per il taglio del nastro al prossimo 23 giugno.
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