E' NATA LA MOBILITA' DI MARCA, A SETTEMBRE IL BIGLIETTO UNICO
Colladon direttore, Sartor presidente e Zanata vice
| Mauro Favaro |
TREVISO – La Mobilità di Marca ha finalmente acceso i motori. Dopo un’attesa lunga oltre 5 anni, infatti, ieri a mezzogiorno nello studio del notaio Bianconi è stata creata la società unica del trasporto pubblico locale, che raggrupperà la corse di Lamarca, Actt, Ctm e Atm e che nel giro di un paio d’anni sfocerà nella fusione vera e propria e sarà pronta a inglobare pure la gestione dei parcheggi e delle attività collaterali.
Il volante di coordinatore toccherà a Giacomo Colladon. Il presidente sarà Giulio Sartor e il vice Erich Zanata, mentre il consigliere della parte privata Mauro Vagaggini, attuale presidente dell'Atap di Pordenone.
Nomine che ricalcano le quote: la Provincia ha la fetta più grossa (57,96%), seguita da Atap (ora socio di Lamarca, con il 17,39%), Comune di Treviso (15,57%), Comune di Vittorio Veneto (3,29%), Atvo (ora socio di Atm, con il 2,9%) e Comune di Castelfranco (1,89%).
Tutto a posto? Quasi, visto che il biglietto unico, in arrivo a inizio settembre, potrebbe costare più del previsto. Colpa dei tagli ai trasferimenti. Ma anche la decisione di Ca’ Sugana di tenersi stretti gli immobili, tanto che la MdM dovrà subito sborsare 800 mila euro solo per affittare il quartier generale (ora dell’Actt) di via della Polveriera, c’ha messo del suo.
Il Sant’Artemio, però, non si sente affatto con le spalle al muro. “Abbiamo il presidente e la maggioranza delle quote – mette in chiaro Muraro – se ci saranno offerte d’affitto più convenienti potremmo spostare la sede e questo, nel piano industriale, va tenuto in debita considerazione”.
Un avvertimento? Piuttosto una bordata contro il tandem Gobbo – Gentilini, più che favorevoli a una Mdm Treviso-centrica. Ovviamente in nome del risparmio, visto che oggi il mercato potrebbe offrire di meglio, anche se la razionalizzazione delle sedi (da quattro a una) dovrebbe già far calare i costi di mezzo milione.
“Ci sono tagli ai trasferimenti, ma il ridimensionamento delle figure dirigenziali (stimato in 500 mila euro, ndr) e la rivalutazione del contributo regionale porteranno più soldi – conclude Muraro – da qui a settembre si lavorerà per migliorare il servizio mantenendo l’attuale prezzo del biglietto”. Oltre che per sfornare un piano trasporti con 300 mila chilometri all’anni in più, senza sovrapposizione delle corse, e per chiudere un contratto unico che armonizzi quelli dei circa 600 dipendenti ora legati alle quattro diverse società.