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27 novembre 2024

Castelfranco

Niente "Bella ciao" il 25 aprile a Castelfranco: gli Alpini rispondono alle critiche

Il cerimoniere dell'ANA ricostruisce la vicenda, affermando come "Bella ciao" non fosse in repertorio, e parla di "interpretazione travisata dei fatti".

| Leonardo Sernagiotto |

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Fanfara alpina

CASTELFRANCO - “Gli Alpini parlano poco e fanno tanto”. Il Corpo più amato dalla cittadinanza è da sempre visto come simbolo di tenacia, di altruismo, di spirito di sacrificio e dedizione. Eppure gli alpini sono persone che possono sbagliare e commettere errori; sicuramente possono essere al centro del dibattito socio-politico. Dopo la decisione del Parlamento di omaggiare le Penne nere con una Giornata fissata nell’anniversario di una battaglia della Seconda guerra mondiale che ci vedeva aggressori (scelta aspramente criticata dalle associazioni degli storici italiani), gli Alpini sono finiti al centro della querelle politica a Castelfranco, quando la fanfara del Corpo non ha intonato “Bella ciao”, canto simbolo della Resistenza.

Il gruppo consigliare “Castelfranco merita” aveva contestato la decisione di escludere “Bella ciao”, puntando il dito contro “qualche gerarchetto con il cappello da alpino”, senza tuttavia demonizzare le Penne nere.

In risposta, l'alpino-cerimoniere Alessandro Bertino ha voluto chiarire la vicenda: “Il repertorio della Fanfara ANA “Monte Grappa”, intervenuta per la manifestazione, è basato su brani di tradizione alpina e ovviamente annovera i brani istituzionalmente riconosciuti dall’Ufficio del cerimoniale della Repubblica Italiana per le manifestazioni del 25 Aprile e del 4 Novembre che sono: “L’Inno Nazionale”, “La Leggenda del Piave” e “Il Silenzio d’Ordinanza”. Purtroppo, la Fanfara non aveva nel repertorio il brano “Bella Ciao”, eseguito tutti gli anni dopo il termine della cerimonia nel giorno dell’Anniversario della Liberazione d’Italia dai passati trombettieri”.

“È stato altresì avvisato il referente dell’ANPI che in sostituzione di tale brano sarebbe stata eseguita la “Canzone del Grappa”, montagna testimone di tristi e crudeli vicissitudini sia durante i conflitti mondiali sia durante la guerra di resistenza. Quando alcuni partecipanti al corteo hanno intonato a cappella il “Bella Ciao”, la fanfara ha osservato un rispettoso silenzio prima di proseguire e concludere la cerimonia istituzionale”.

Alessandro Bertino conclude esprimendo la propria costernazione in quella che reputa una strumentalizzazione dell'episodio: “Con la presente prendo le distanze da qualsiasi interpretazione travisata dei fatti, e resto amareggiato di come sia stato associato il cappello alpino ad un appellativo riferibile ad uno dei più bui periodi della storia”.

Foto di copertina tratta dal profilo Facebook di Fanfara Alpina ANA "Monte Grappa".

 



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Leonardo Sernagiotto

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