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11 gennaio 2025

Treviso

Bambini passano la notte in pullman

Manildo: "Non c'è posto per i profughi". In 35 a freddo

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Bambini passano la notte in pullman

TREVISO - Un gruppo di 35 profughi provenienti dall'area sub-sahariana, tra cui 10 minorenni, ha passato la scorsa notte a bordo del pullman con il quale era giunti a Treviso, sperando di trovare alloggio.

"In città non ci sono più posti per i profughi", aveva dichiarato ieri il sindaco Giovanni Manildo e la Prefettura finora non è riuscita a trovare soluzioni alternative. I 35 migranti, tuttora nella corriera parcheggiata davanti alla stazione, sono assistiti dalla Caritas, che ha portato loro i pasti, e dal personale della Polfer, che ha aperto durante la notte i bagni della stazione ferroviaria.

 

Prefettura e Comune stanno continuando a lavorare per cercare di reperire dei posti letto per gli immigrati, che fanno parte del nuovo gruppo di 150 profughi destinati ieri al Veneto.

Il sindaco Manildo questa mattina, unitamente ai sindaci di Vicenza e Belluno, ha inviato una lettera di risposta al Prefetto di Venezia Domenico Cuttaia che li invitava, oggi, ad una riunione volta a “prendere atto” che il Ministero ha disposto il trasferimento, nelle prossime ore, di 500 migranti in Veneto. Il primo cittadino, che non ha preso parte all’incontro, ha ricordato nella lettera come “Treviso nei mesi scorsi nell'ottica di una risposta all'emergenza e in nome di principi di solidarietà ha messo a disposizione alcune proprie strutture, ha contribuito a promuovere incontri tra sindaci, ma ora il territorio è saturo. Nessun progetto d’integrazione, nessun impegno per trovare effettive soluzioni, solo una mera accoglienza a carico dello Stato, con i Comuni supplenti, che poi si trasforma in clandestinità, come i numeri impietosamente dimostrano, con tutte le conseguenze sociali che questo comporta. Non possiamo continuare ad alimentare un modus operandi che non affronta i problemi e non tiene conto del crescente disagio sociale che i cittadini provano”.

 


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Stefania De Bastiani

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