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11 dicembre 2024

Economia e Finanza

Rinnovabili, in arrivo 9 miliardi. Renzi: "Lavoro di squadra di tutto il Paese"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Rinnovabili, in arrivo 9 miliardi. Renzi:

E' in arrivo un decreto del ministero dello Sviluppo economico sulle energie rinnovabili che vale 9 miliardi. Lo afferma il premier Matteo Renzi che, in occasione della conferenza sulle rinnovabili con Eni e Enel a palazzo Chigi, annuncia per oggi la firma dei ministri Galletti e Calenda. In particolare, il premier spiega che "c'è una strategia verde del governo e del Paese su cui chiamiamo a orientarsi tutti i partner che vogliono investire nel territorio" e proprio oggi, "presentiamo numeri, priorità e strategia di Eni e Enel nel settore delle rinnovabili".

"Abbiamo aspettato volutamente la fine delle polemiche post referendarie e la fine della discussione sulle amministrative per presentare il lavoro di squadra che questo Paese intende fare sulle energie rinnovabili, partendo innanzitutto dalle aziende" spiega il premier". Enel e Eni, continua, "sono leader a livello mondiale e hanno la possibilità di intervenire a livello territoriale nel Paese. Poi serve la distribuzione, e per quello c'è Terna con 4mld in 4 anni". Quanto alla società del cane a sei zampe, "siamo abituati a pensare a Eni come a una realtà straordinaria sull'Oil e gas in tutto il mondo e ora può segnare la strada anche su questo, una cosa che dovrebbe far fischiare le orecchie a chi ha fatto polemiche nei mesi scorsi". Dal premier, dunque, un messaggio chiaro: "le migliori tecnologie e competenze stanno nelle aziende italiane che lavorano in questo settore, il pianto e le lamentazione tradizionali per cui sulle rinnovabili non siamo in prima linea devono finire". "I numeri citati, l'innovazione con gli accordi con le Università e le fucine di cervelli del Paese ci permettono di dire che siamo all'avanguardia sui contatori digitali, sull'innovazione, sulla gestione del futuro delle energie" così il premier che conclude: "dovremo essere orgogliosi di quello che stanno facendo le nostre aziende".

Il piano dell'Eni che prevede di utilizzare i primi 4 mila ettari a disposizione per lo sviluppo delle rinnovabili "partirà nel 2017" e durerà "circa due anni e mezzo. L'investimento globale sarà di circa 700 milioni di euro - 1 miliardi di euro", sottolinea l'ad di Eni, Claudio Descalzi. Ora, aggiunge, "inizieremo a parlare con le Regioni". La prima fase del piano sulle rinnovabili, che quindi prevede l'installazione di impianti fotovoltaici nei terreni bonificati ma non utilizzabili per altri scopi, riguarderà 70 mwp su circa 150 ettari. Partirà in cinque siti industriali italiani: due situati in Sardegna (Porto Torres e Assemini), uno in Puglia (Manfredonia) e due in Sicilia (Priolo e Augusta). Per la seconda fase, che prevede ulteriori 150 mwp di capacità installata su circa 300 ettari, è in corso un'analisi per l'impiego di altre tecnologie oltre a quella fotovoltaica: il solare a concentrazione e l'eolico. I siti che saranno interessati da questa nuova fase sono situati a Cengio (Liguria), Porto Torres, Portoscuso e Assemini (Sardegna), Ferrandina (Basilicata), Brindisi (Puglia), Belvedere Spinello e Crotone (Calabria) e Priolo (Sicilia).

"Siamo pronti a lavorare con l'Eni su tutto quello che vogliono fare", spiega l'ad di Enel, Francesco Starace, in occasione della conferenza stampa sulle rinnovabili a Palazzo Chigi. "E' una buona idea e siamo pronti a lavorare con loro su tutto quello che vogliono fare", sottolinea il numero uno del gruppo elettrico.Più che joint venture, precisa Starace, "si parla di schemi di collaborazione che possono andare fino alla joint venture. Siamo pronti a farlo. Contenti di farlo".

"Stiamo monitorando i siti in cui l'Eni intende allestire gli impianti di energia rinnovabile per gli allacciamenti e per accompagnare sviluppi importanti per il Paese", spiega l'ad di Terna, Matteo Del Fante che ha illustrato anche le diverse attività di Terna tra cui le "sei linee di collegamento a cui stiamo lavorando": si tratta del collegamento con la Francia sotto il Frejus, quello "nei Balcani via il Montenegro, la linea con la Svizzera, quella con l'Austria e "il collegamento verso sud, in particolare verso la Tunisia".

 


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