Il settore culturale-turistico veneto flagellato dal Coronavirus
L’associazione "Mi riconosci?"scrive alla Regione
| Gloria Girardini |
Il coronavirus non ha colpito solo la salute, ma anche il cuore del patrimonio artistico e storico del Veneto. Un settore, quello culturale-turistico, in ginocchio e che si trova ad affrontare senza alcun strumento una situazione drammatica. Per questo l’associazione “Mi Riconosci? Sono un professionista dei Beni Culturali” ha inviato una lettera al Consiglio Regionale del Veneto, per portare alla luce le problematiche che il settore si trova ad affrontare e le soluzioni utili per poter ripartire e uscire dalla crisi da cui il mondo della cultura è stato fagocitato.
“L’emergenza ha infatti portato alla luce le numerose contraddizioni insite nella gestione del Patrimonio Culturale e del mondo del lavoro a esso legato--ha dichiarato l’associazione in una nota- caratterizzato da frequente abuso di volontariato sostitutivo, precariato, finte partite iva, sistematiche esternalizzazioni, con l’obiettivo di abbattere il costo del lavoro. Proponiamo un ripensamento profondo del settore culturale: il Patrimonio non sia più considerato esclusivamente ai fini di un tornaconto economico; vi si investa perseguendo piani a lungo termine, di modo che diventi base strutturale per l’arricchimento culturale della cittadinanza e fonte di lavoro sicuro e opportunamente tutelato per migliaia di professionisti”.
A questo si lega inevitabilmente il settore turistico, per il quale Mi Riconosci? auspica una radicale revisione. Ha proseguito l’associazione:“ Chiediamo alla Regione: l’istituzione di un reddito per tutti i lavoratori che abbiano perso o visto diminuire drasticamente la propria fonte di reddito a causa del Covid-19; l’istituzione di un tavolo di lavoro permanente tra l’ente, gli esperti del settore e i professionisti della cultura, per la messa a punto di un piano di sviluppo culturale del Veneto; la redazione da parte della Regione di una Carta Regionale della Cultura, ovvero di una serie di linee guida, rivolte a tutti gli enti del settore, che sanciscano dei limiti alle esternalizzazioni e ai subappalti, così come al numero e al ruolo dei volontari, e che garantiscano una tutela adeguata e la stipula di contratti di lavoro stabili; la costruzione di un piano di assunzioni strutturato in collaborazione con gli enti civici locali”.