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18 dicembre 2024

Treviso

La scuola richiude. Anzi no. Al via il tempo scolastico estivo.

Il Piano messo a punto dal ministro si diffonderà a macchia di leopardo. Le perplessità del sindacato: "Pensare di coinvolgere i ragazzi in attività di rinforzo e potenziamento in pieno caldo, sarà impresa ardua"

| Roberto Grigoletto |

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La scuola richiude. Anzi no. Al via il tempo scolastico estivo.

TREVISO - Richiude la scuola, tra una settimana, per le vacanze estive. Rimane aperta in realtà, per le attività ricreative volute dal ministro Bianchi. A macchia di leopardo però. Perplessità, difficoltà pratiche e organizzazione logistica non permettono ancora di cogliere l’innovazione e di prefigurare l’introduzione di questo tempo scolastico estivo. Ne abbiamo parlato con Marta Speranzini, che nella segreteria provinciale del Sindacato autonomo della scuola si occupa delle scuole dell’infanzia e primaria.

Che cosa pensa di questo tempo estivo da trascorrere a scuola?

I mesi estivi dell’anno in corso, dovrebbero essere finalizzati al recupero delle energie psico fisiche; quelle stesse utilizzate oltremisura nel corso dell’anno scolastico per l’apprendimento della didattica, in un contesto depotenziato dalla socialità e con un riadattamento di metodi; nonché con lezioni in presenza, alternate a periodi sincopati di lezioni a distanza.

Cosa sarà invece?

Questa estate 2021, dovrebbe essere un ponte verso il prossimo anno per recuperare il valore e il piacere della socialità condivisa attraverso l’ arte, la musica, lo sport, il campus, con il coinvolgimento del Terzo settore.

Quali le difficoltà che ancora si registrano per la realizzazione del piano proposto dal ministro?

La mancanza di un tempo congruo per la valutazione, condivisione, programmazione del Piano scuola. Parlare di un Piano strutturato su base volontaria, non può garantire un successo formativo e compensativo delle eventuali carenze perché la volontarietà non assicura la presenza costante , quale condizione, sine qua non, al raggiungimento degli obiettivi programmati.

I docenti sono preparati a svolgere questo ruolo… estivo?

Discutibile è l’immagine del Docente “ tuttologo” che emergerà in funzione del Piano estivo; essere anche “animatore” non è tra i suoi compiti.

E gli edifici scolastici sono attrezzati?

Le scuole non sono strutturate per attivare percorsi con il caldo. Pensare di coinvolgere i ragazzi in “attività di rinforzo e potenziamento” in pieno caldo, sarà un’impresa ardua. Viene spontanea una domanda…

Prego

Il Covid è sparito? I bambini e i ragazzi non saranno vaccinati a breve, quindi rischi e responsabilità su chi ricadranno?

Non di soli docenti ci sarà bisogno ma anche di personale Ata.

I collaboratori scolastici sono assolutamente insufficiente perché molti al 5 e al 30 giugno sono in scadenza di contratto. La scuola dell’Infanzia termina le lezioni al 30 giugno: chi assicurerà vigilanza e assistenza ai ragazzi? Pure gli assistenti amministrativi pure in riduzione di organico, con incombenze burocratiche in aumento.

Che cosa prevede?

Si creeranno forti aspettative da parte delle famiglie, competizioni tra Istituti a fronte di un’organizzazione molto discutibile che, al contrario, potrebbe trovare valide risposte nel territorio.

Come si stanno preparando le scuole della Marca?

La partecipazione al Piano estivo è a macchia di leopardo: alcune scuole hanno aderito a tutta la proposta, mentre altre hanno fatto proprio il bando inerente i Pon perché il tempo di realizzazione permette loro un tempo più disteso e una programmazione più puntuale.

Che cosa si sarebbe potuto fare in alternativa?

Coinvolgere il Terzo settore, in sinergia con i Comuni e le famiglie. Sicuramente la scuola è pronta alle innovazioni, lo ha dimostrato anche in questo travagliato periodo Covid, nel quale i docenti si sono reinventati sul metodo, in autoformazione, superando ogni logica di difficoltà e di rischio.

Questo Piano estivo non convince il sindacato: è così?

La scuola è il luogo dell’Istruzione e dell’inclusione, quindi prioritario è il coinvolgimento di tutto il personale ma in un tempo congruo alla formulazione di un progetto condiviso da tutti, nel rispetto dell’autonomia scolastica. Nuovi metodi, ricchezze professionali che affiancano il docente, costituiscono sicuramente un ampliamento significativo all’offerta formativa, ma tutto deve rientrare in una programmazione che abbia origine dalla scuola, dalle sue qualificate professioni in collaborazione con il territorio, un Ptof consapevole e condiviso.

Invece cosa ancora non c’è?

Per realizzare tutto questo occorrono investimenti significativi per l’Istruzione, in termini di organico funzionale docente e Ata, di formazione, di sicurezza degli edifici, di ampliamento degli spazi, di collaborazioni culturali: musica, arte, teatro, sport e quant’altro abbia il sapore della cultura per una scuola “in progress”. Una scuola così qualificata merita un riconoscimento economico che restituisca dignità a quanti operano all’interno. Ma infine rimane un dubbio…

Quale?

Questo Piano estivo non sarà precursore di un altro ad oggi previsto su base volontaria ma che nel prossimo contratto potrebbe trasformarsi in “ obbligatorio e non retribuito?”

 


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Roberto Grigoletto

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