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12 dicembre 2024

Cronaca

"La Regione è tra i responsabili della carenza dei medici di base"

Sinistra Italiana: "L'obiettivo è indebolire il servizio sanitario pubblico e fare spazio al privato"

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Medici di base

VENETO - "La crescente carenza di medici di medicina generale (e, in alcuni casi, di pediatri di libera scelta) sta lasciando intere aree della nostra provincia prive di questo servizio fondamentale, penalizzando soprattutto le zone più decentrate e a bassa intensità di popolazione. I responsabili della sanità pubblica affermano che la causa è la mancanza di personale, come se si trattasse di una catastrofe naturale, impossibile da prevedere e evitare": esordisce in una nota il coordinamento provinciale di Treviso della Sinistra Italiana.

"Invece l'attuale insufficienza di medici di famiglia è conseguenza della incapacità della Regione e dello Stato di provvedere alla sostituzione dei medici pensionati con un numero adeguato di giovani medici formati e specializzati, fenomeno statisticamente del tutto prevedibile e quantificabile, già da tempo segnalato da sindacati e associazioni. Non solo: a nostro avviso, il mantenimento del “numero chiuso” delle facoltà di Medicina e l'attivazione di un numero insufficiente di “borse di studio” e di specializzazione per i neo-medici sono frutto di una scelta precisa di Regione e Stato: la mancanza di personale, medico e paramedico, viene usata come pretesto per aumentare il numero di assistiti per ciascun medico di famiglia, per tagliare posti letto e servizi ospedalieri e territoriali, per sottoporre i sanitari a carichi di lavoro insostenibili".

Il coordinamento trevigiano di Sinistra Italiana reputa che tutto ciò sia frutto di un intento preciso: "L'obiettivo è indebolire il servizio sanitario pubblico e fare spazio al privato. L’assessorato alla Sanità della Regione Veneto porta tutta la responsabilità di questa situazione, per quanto riguarda sia la mancanza di personale, sia le condizioni di lavoro dei medici della sanità pubblica". Vengono a tal riguardo posti alcuni interrogativi.

"Visto che i problemi collegati al numero chiuso nei corsi universitari di Medicina e alla carenza di borse di formazione e specializzazione erano noti da tempo, perché la Regione Veneto non è stata in grado di programmare azioni per rispondere a una diminuzione prevista e attesa del numero dei medici di medicina generale?

Perché la principale risposta della Regione alla mancanza di medici di famiglia è l'aumento del numero massimo di assistiti per ogni medico? Questo non significherà il peggioramento della qualità del servizio, visto anche che la maggior parte dei medici rifiuta di aderire a questa proposta, probabilmente proprio perché temono di non essere in grado di far fronte all'incremento della mole di lavoro?

Per quale ragione le strutture private (in crescita esponenziale in tutto il Veneto e ancor più nella Marca) e le cooperative, sempre più spesso chiamate a “coprire” con il loro personale interi reparti degli ospedali pubblici, continuano a trovare personale (medici e infermieri)?"

Sinistra Italiana quindi incalza, concludendo che: "Pare chiaro che la carenza di medici specializzati non è un “dato assoluto” ma che probabilmente gli operatori sanitari preferiscono lavorare nel settore privato piuttosto che in quello pubblico. E' infatti evidente che nella nostra regione le condizioni di lavoro del personale sanitario pubblico (organizzazione del lavoro, turni, straordinari, ferie…) sono tali da spingere molti medici a pensionamenti anticipati (fenomeno in cui il Veneto “primeggia” in Italia) e a lasciare gli ospedali pubblici per approdare nelle strutture sanitarie private, in cui sono migliori sia le condizioni di lavoro che il riconoscimento economico.

Noi proponiamo che a tutti i laureati in Medicina venga garantito l'accesso alle borse di formazione per medici di medicina generale e ai contratti di specializzazione universitaria per i medici ospedalieri, come avviene in altri stati europei. In attesa di riformare con speditezza le normative, vanno incrementati da subito in modo significativo i finanziamenti, essendo insufficienti quelli attualmente previsti: la Regione potrebbe dare un contributo di risorse in questa direzione.

Riteniamo inoltre necessario procedere immediatamente a una campagna di assunzioni stabili di personale, medico e paramedico, eliminando i contratti a termine e il precariato e garantendo miglioramenti sul piano organizzativo e retributivo. Continueremo a lavorare per proporre ai Veneti un modello alternativo di sanità pubblica che rende concretamente esigibile il diritto alla salute per tutte e tutti, in qualsiasi zona della provincia vivano, in qualsiasi situazione sociale ed economica si trovino".
 

 


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