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02 ottobre 2024

Treviso

Stop ai buoni pasto per 24 ore: la protesta di bar e alimentari trevigiani

Il 15 giugno sospenderanno la possibilità di pagamento in buoni pasto, Confcommercio: "Per garantire il servizio bisogna renderlo economicamente sostenibile"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

buoni pasto

 TREVISO - Per tutta la giornata di mercoledi 15 giugno i pubblici esercizi e i negozi di alimentari di Treviso non accetteranno alcun pagamento tramite buoni pasto. Un blocco necessario per far arrivare alle Istituzioni l’appello, troppe volte ignorato, per una strutturale riforma di un sistema che, per via di commissioni al 20%, non è più economicamente sostenibile. A questa iniziativa aderiscono anche le imprese della distribuzione commerciale, dai piccoli esercizi di vicinato fino a supermercati e ipermercati della distribuzione organizzata, la Confesercenti, Fida, Federdistribuzione, Coop, Conad e Veneto Imprese Unite, oltre al promotore Fipe.

“Con questa giornata di sospensione del servizio vogliamo sensibilizzare i lavoratori e più in generale i consumatori sulle gravissime difficoltà che le nostre imprese vivono quotidianamente a causa delle elevate commissioni che dobbiamo pagare sui buoni pasto” - dichiara Dania Sartorato, presidente dell’Unione Provinciale Confcommercio e di Fipe – “Parliamo di una vera e propria tassa occulta che supera anche il 20% del valore del buono. La nostra è una protesta che ha l’obiettivo di salvaguardare la funzione del buono pasto perché se si va avanti così sempre meno aziende saranno disposte ad accettarli. Insomma, il buono pasto rischia di diventare davvero inutilizzabile in un momento di ripresa importante per i pubblici esercizi. C’è bisogno di una vera riforma che renda il sistema economicamente sostenibile anche per le nostre imprese che in fin dei conti sono quelle che danno il servizio ai lavoratori. Ma è altrettanto urgente far si che la prossima gara Consip da 1,2 miliardi di euro non venga aggiudicata con gli sconti delle precedenti perché saremo sempre noi a pagarli”.

A sostenere il disagio del commercio è anche Riccardo Zanchetta- presidente di Fida Confcommercio provinciale, il gruppo dei dettaglianti alimentari – “l’utilizzo dei buoni pasto per la spesa, e non per il vero pasto fuori casa, funzione originaria per cui sono nati, colpisce anche i nostri negozi, già stretti da margini sempre più compressi dovuti agli aumenti delle materie prime. La trattenuta del 20% sull’incasso, unita ai tanti disguidi per ottenere il dovuto dalle varie società, ci mette in condizioni difficili nei confronti dei consumatori. Senza contare che siamo di fronte ad un uso totalmente distorto del buono pasto, utilizzato non solo dal diretto beneficiario, ma in molti casi dai suoi famigliari”.

“Questa protesta vuole quindi essere un segnale a sostegno delle richieste ufficiali mosse dalle associazioni e dalle federazioni ai tavoli competenti. Le commissioni dei buoni pasto sono sempre meno sostenibili poiché la centrale pubblica di acquisto Consip – mossa dall’interesse a massimizzare il risparmio sulle commesse - nella valutazione dell’offerta economica, ha reso ormai preponderante il criterio di ribasso sul valore facciale del buono pasto, incentivando le società emittenti ad una politica commerciale aggressiva, con l’esito di scaricare lo sconto del committente sulle commissioni a carico degli esercenti convenzionati - aggiunge Andrea Penzo Aiello di Veneto Imprese Unite - Risulta perciò ormai improrogabile la necessità di modificare radicalmente e immediatamente questo modello di gara”.

Per l’occasione verrà esposto negli esercizi pubblici aderenti un cartello esplicativo riportante le sigle aderenti.

 


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