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27 novembre 2024

Montebelluna

Bandiera a mezz’asta a Montebelluna per ricordare Guerrino Casanova, vittima della tragedia di Marcinelle

Giornata Nazionale del Sacrificio del lavoro italiano: un omaggio del Comune al montebellunese che morì a Marcinelle

| Margherita Zaniol |

| Margherita Zaniol |

Bandiera a mezz'asta a Montebelluna

MONTEBELLUNA - Bandiera a mezz’asta oggi a Montebelluna in occasione della “Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”, istituita nel 2011 per celebrare la ricorrenza della tragedia di Marcinelle, avvenuta nel 1956, nella miniera del di carbone “Bois du Cazier”, in Belgio, dove un incendio causò la morte di 262 minatori, di cui 136 Italiani e 7 trevigiani. Una tragedia che, purtroppo, riguarda anche la comunità montebellunese in quanto a perdere la vita vi fu anche il montebellunese Guerrino Casanova, decorato con medaglia d’oro al merito civile nel 2005 per avere “sacrificato la vita ai più nobili ideali di riscatto sociale. Luminosa testimonianza del lavoro e del sacrificio degli italiani all’estero, meritevole del ricordo e dell’unanime riconoscenza della Nazione tutta”. Morì a soli 32 anni, una moglie e due figli.

Il Comune di Montebelluna ha ricordato questa tragedia ospitando nel 2018 anni fa nell’ex Pretura la mostra “Uomini in cambio di carbone. Storie di italiani nelle miniere del Belgio” promossa ed organizzata dalla sezione dei Trevisani nel Mondo di Montebelluna e con il patrocinio della Regione Veneto, del Comune di Montebelluna, per far conoscere alle nuove generazioni le tragedie e le sofferenze di tante famiglie italiane che sono state costrette ad emigrare per sopravvivere alla povertà. Si ricorda che grazie al protocollo Italo Belga - il cosiddetto “Accordo uomini carbone” - firmato il 23 giugno 1946, tra il 1946 e il 1961 circa 70mila italiani partirono verso il Belgio. L’accordo prevedeva l’invio di 2000 giovani sani e robusti alla settimana destinati a lavorare nelle miniere per almeno un anno in cambio di carbone, comunque non gratuito.

Il viaggio verso il Belgio era tutt’altro che facile: si svolgeva molto spesso su lunghe tradotte e su carri bestiame, dopo lunghe ed estenuanti visite sanitarie. All’arrivo, agli italiani erano assegnati come alloggi le baracche e gli hangar dei campi di concentramento e il lavoro in miniera avveniva centinaia di metri sottoterra, tra alte temperature, sofferenze, lutti (20.000 circa), ma soprattutto tra moltissime invalidità permanenti (15.000 circa) dovute alla silicosi.

Commenta il sindaco, Adalberto Bordin: “Con questa giornata ricordiamo le vittime che persero la vita in una delle più spaventose tragedie del lavoro, ma onoriamo tutti i caduti, anche coloro che persero la vita nelle miniere, nei cantieri e chi ancora oggi, purtroppo, muore mentre sta lavorando. Purtroppo quello delle morti sul lavoro è un tema sempre attuale e per il quale gli sforzi sulla sicurezza e la prevenzione non sono ancora adeguati perché fintantoché ci sarà anche solo una persona morta sul lavoro, significherà che si può fare di più e meglio. Ma questa ricorrenza serve anche per ricordare il nostro passato, fatto di tante persone che, con coraggio e sacrifico, per garantirsi il pane o un futuro migliore decisero di emigrare in paesi stranieri, mettendo in gioco e a volte anche a rischio la propria vita. A loro, e ai discendenti dl nostro concittadino Guerrino Casanova, il nostro pensiero”.
 

 



Margherita Zaniol

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