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26 novembre 2024

Vittorio Veneto

A cento giorni dalle elezioni, manca un nome condiviso

Incertezze tante. Nomi pochi. Anzi nessuno di certo. Il dopo Miatto è più nebuloso che mai

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

elezioni vittorio veneto

VITTORIO VENETO - Mai successo che alla soglia dei 100 giorni dalle elezioni non si fosse ancora palesato alcun candidato al Municipio di Vittorio Veneto. Sulla stampa locale in cronica carenza di novità, da mesi viene scodellato uno stucchevole pettegolare sui nomi che sarebbero in ballottaggio, incluso il famoso ed inedito tris di donne.

 

L’unica certezza è che Antonio Miatto non si ricandida, forse perché sazio degli stress che il mestiere di sindaco comporta; forse perché desideroso di tornare meritatamente al golf e alla vela; forse perché consapevole delle promesse non mantenute, dei problemi irrisolti e di quelli amplificati, di un governo esercitato con poca trasparenza e concertazione.

 

Nella Lega, che egemonizza la cadente FI e i silenti meloniani, è in atto uno scontro stile Orazi e Curiazi col vicesindaco Posocco alfiere della corrente salviniana e l’avvocato Braido, ex vicesindaco di Scottà e emulo di Gentilini, alfiere della linea veteroindipendentista che fa capo all’on. Da Re. Quest’ultimo con Salvini non ha proprio chimica, tanto da venire escluso alla prossima corsa all’europarlamento magari cedendo il posto all’astro nascente del “Mondo al contrario”, il generale Vannacci.

 

Che tra i due galletti litiganti, spunti in zona cesarini il terzo/a? Nel centrosinistra non si discute la trazione PD, che pure non sta benissimo con la gestione Schlein e che nell’interregno Tonon ha dimostrato di essere un solido blocco di conservazione dello status quo; in perfetta scia, nei modi e nelle forme di governo, di quel che è stato il lungo ventennio leghista.

 

Fagocitati dalla sinistra i 5Stelle che, dispersi nel profondo della galassie, mai abbiamo sentito esprimersi in questi anni su nessuno dei temi scottanti della città. Pare certo che abbiano rinunciato alla costituzione di un terzo polo che possa offrire almeno una ipotesi, se non la certezza, di un reale cambiamento nella gestione di una sempre più decadente, trasandata, marginale e senescente Vittorio Veneto.

 



 

 



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Michele Bastanzetti

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