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06 novembre 2024

Montebelluna

Le ragioni di chi ha invitato l’erede dei Savoia a Nervesa

Resta però da capire perché Emanuele Filiberto venga annunciato come “Sua Altezza Reale il Principe”

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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Emanuele Filiberto di Savoia

NERVESA DELLA BATTAGLIA - Daniele Fiorotto delegato provinciale di Treviso dell’Istituto nazionale per la “Guardia d’Onore alle reali tombe del Pantheon” ha scelto d’intervenire sulla vicende che vede contestata la presenza di Emanuele Filiberto di Savoia, domenica prossima a Nervesa della Battaglia, per l’inaugurazione di un monumento presso il Sacrario sul Montello. A contestare l’invito all’erede dei Savoia sono i gruppi di minoranza consiliare del Comune che hanno anche chiesto alla Sindaca Fontebasso di togliere il patrocinio concesso all’evento da parte della Municipalità, in quanto “offensivo per i caduti e per la storia”. Ma ecco cosa scrive il delegato di Treviso:

«Desidero fare chiarezza su alcuni punti viste le polemiche sollevate dalle minoranze del Comune di Nervesa della Battaglia per la presenza di Emanuele Filiberto di Savoia durante l’evento che stiamo organizzando al Sacrario del Montello. Si tratta di una iniziativa nata in seno alla Delegazione Provinciale di Treviso dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, più antica Associazione Combattentistica italiana, che è un ente morale posto sotto il controllo del Ministero della Difesa, quindi nell’organigramma repubblicano, rispettoso da sempre delle leggi dello Stato. Per la realizzazione di questo monumento, in concerto con la Direzione Sacrari di Cimagrappa, con il Ministero della Difesa e Onor Caduti, non abbiamo richiesto risorse economiche al Comune di Nervesa della Battaglia, che circonda l’area del Sacrario. Trattasi di territorio militare dove l’Amministrazione Comunale non ha alcun potere decisionale. La visita del Principe ha fini benefici, tramite un evento organizzato dagli Ordini Dinastci; egli infatti donerà dei defibrillatori ad alcuni comuni della Marca Trevigiana, partendo proprio dal Comune di Nervesa della Battaglia, dove sarà inaugurato il monumento in questione.

Abbiamo richiesto il patrocinio in quanto riteniamo che costruire un monumento dedicato al milite ignoto e onorarne la memoria, sia per noi una missione che dovrebbero condividere tutte le associazioni d’arma; dobbiamo ricordare tutti chi ha sacrificato la propria vita per la patria. Successivamente il Comune ha rilasciato il patrocinio all’evento e noi, in qualità di organizzatori, abbiamo avuto la libera scelta di invitare il Principe Emanuele Filiberto, che porta visibilità al nostro Istituto (al quale è iscritto da sempre) e anche al Comune. È inammissibile inoltre condannare qualcuno per il proprio cognome e far ricadere su di esso le colpe del proprio bisnonno; si tratta di una forma di discriminazione, da parte di chi si proclama inclusivo e accogliente e nei social scrive “Indietro Savoia”. L’unica nota positiva che ancora una volta un Savoia unisce gli animi, mettendo insieme i verdi e i rossi, che si sono scontrati a Nervesa per vent’anni
».

Ora resta da capire perché nel manifesto dell’evento Emanuele Filiberto di Savoia viene annunciato come “Sua Altezza Reale il Principe” dall’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon. Va, infatti, precisato che i titoli nobiliari non sono più riconosciuti in Italia fin dal 1948, quindi non hanno alcuna rilevanza giuridica o istituzionale, senza contare che a farlo è un “ente morale posto sotto il controllo del Ministero della Difesa” come ricorda Daniele Fiorotto. A maggior ragione, l’associazione, dovrebbe prestare attenzione ad aspetti come questo che vanno contro i dettami costituzionali, che in quanto tali non sono formali ma sostanziali. Tant'è che se Emanuele Filiberto avesse annunciato la sua presenza come semplice cittadino, nessuno avrebbe avuto nulla da eccepire, come hanno ribadito i consiglieri comunali di minoranza, a Nervesa della Battaglia. 

Leggi anche:

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Minoranze indignate a Nervesa per l'arrivo il 30 giugno di Emanuele Filiberto 
 

 


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