L’opposizione chiede chiarezza sull’avvallo comunale alla presenza dell’erede Savoia a Nervesa
“Il trattamento di altezza reale e i presunti titoli di principe non sono stati nemmeno concessi dall’ultimo re d’Italia Umberto II”
NERVESA DELLA BATTAGLIA – Continua a tenere banco la visita di ieri a Nervesa della Battaglia da parte dell’erede di casa Savoia, in veste ufficiale e annunciato come "Sua Altezza Reale il Principe". Circostanza che ha indignato parte della popolazione e le opposizioni consiliari che dopo le frasi pronunciate ieri da Emanuele Filiberto, verso i contestatori, sono tornate sul tema chiedendo chiarezza alla sindaca sull’avvallo, con tanto di patrocinio, da parte del Comune alla cerimonia di inaugurazione di un monumento, cui la prima cittadina ha preso parte con tanto di gonfalone municipale. Va ricordato che i consiglieri comunali di minoranza Andrea Ceotta, Sara Pastrolin e Matteo Mattiuzzo, giovedì 27 giugno, hanno presentato un'interrogazione alla sindaca Mara Fontebasso per chiedere spiegazioni sul patrocinio del Comune all’inaugurazione del monumento al milite ignoto con "Sua Altezza Reale il Principe". L'evento, organizzato dalla Delegazione provinciale dell'Istituto nazionale per la Guardia d'Onore alle reali tombe del Pantheon, presso il Sacrario Militare del Montello a Nervesa.
Ma ecco le ragioni dell’opposizione alla presenza ufficiale e non come privato cittadino di Emanuele Filiberto presentato come "Sua Altezza Reale il Principe". «Come consiglieri comunali di minoranza, abbiamo presentato una interrogazione al Sindaco. Restiamo in attesa di ricevere risposta nelle sedi istituzionali dalla Sindaca Mara Fontebasso; nelle scorse giornate sono emerse le ragioni della parte organizzatrice, la Delegazione provinciale dell’Istituto nazionale per la “Guardia d’Onore alle reali tombe del Pantheon”, peraltro non richieste - afferma Andrea Ceotta, capogruppo di Andrea Ceotta Sindaco - Riteniamo opportuno e doveroso che la Sindaca, in Consiglio Comunale, dica quali sono le motivazioni del patrocinio ufficiale del Comune ad un evento che vede la presenza di “Sua Altezza Reale”, in un luogo Sacro che è già un Monumento ai soldati caduti nella Grande Guerra, anche a quelli le cui spoglia sono rimaste ignote».
«Si ricorda che il Comune di Nervesa della Battaglia è stato insignito, nell’anno 2004 dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, della Medaglia d’Oro al Merito Civile con la seguente motivazione: “Centro strategicamente importante tra il Piave ed il Montello, durante la Prima guerra mondiale, fu teatro di violenti scontri tra gli opposti schieramenti che causarono la morte di numerosi concittadini e la totale distruzione dell'abitato. La popolazione costretta allo sfollamento e all'evacuazione, nonché all'abbandono di tutti i beni personali, dovette trovare rifugio in zone più sicure, tra stenti e dure sofferenze. I sopravvissuti seppero reagire, con dignità e coraggio, agli orrori della guerra e affrontare, col ritorno alla pace, la difficile opera di ricostruzione. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio.” La Sindaca pertanto deve chiarire ai propri cittadini quale sia l’orientamento dell’Amministrazione da lei guidata: partecipare con il Gonfalone Medagliato alle celebrazioni della Festa della Repubblica il 2 Giugno o presenziare ad un evento con “Sua Altezza Reale”? Se peraltro l’invito all’ospite fosse venuto successivamente e a insaputa della Sindaca, aveva tutto il tempo per revocare il patrocinio».
La nota stampa dell’opposizione prosegue con le dichiarazioni di Matteo Mattiuzzo, capogruppo di Uniti per Nervesa: «Aspettiamo la risposta della sindaca Mara Fontebasso in Consiglio Comunale, davanti ai cittadini, riguardo la nostra interrogazione. Ci chiediamo il motivo per cui il simbolo del Comune di Nervesa sia presente su un manifesto che evoca il monarchismo e menziona titoli non riconosciuti come “Sua Altezza Reale il Principe”. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, la Divisione Acqui, forte di circa 11.000 uomini, resistette all’ordine di disarmo tedesco sull’isola di Cefalonia. Questo portò a una battaglia cruenta, conclusasi con la resa degli italiani e l’esecuzione di circa 5.000 soldati per direttiva di Hitler, senza prigionieri. Questo fu il primo tragico esito della fuga del re Vittorio Emanuele III da Roma a Brindisi, lasciando l’esercito e la popolazione in balia degli eventi. Il 2 giugno 1946, il 90,18% dei nervesani (3.719 aventi diritto) votò nel referendum sulla forma istituzionale dello Stato. Il 67,80% (2.249 persone) scelse la Repubblica: una decisione chiara e netta. Nervesa, come il resto d’Italia, si affidò alla Costituzione, che nella sua XIV disposizione transitoria e finale nega il riconoscimento dei titoli nobiliari. Oltretutto, il trattamento di altezza reale e i presunti titoli di principe non sono stati nemmeno concessi dall’ultimo re d’Italia Umberto II, come spiega l’Annuario della Nobiltà Italiana. Oggi, a quasi 78 anni di distanza, non dovrebbe esserci spazio per la nostalgia monarchica né per una revisione storica dei Savoia, che ha causato morte e sofferenza anche alla comunità di Nervesa».
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