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30 novembre 2024

Vittorio Veneto

Le meravigliose virtù del Corniolo tra il mito e la guerra atomica

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

corniolo

VITTORIO VENETO - L’é fat de cornoler: dicesi di persona fisicamente molto robusta ma anche, con humour zenedese, de un zervél un po’ duro di comprendonio.

 

Sulle colline cominciano a spiccare le drupe del corniolo che a piena maturazione saranno di un acceso colore rosso-Ferrari. “Cornus mas” secondo Linneo, arbusto di 5-7 metri dalla crescita lenta. Cornus per la durezza e lucentezza del legno lavorato, il più duro tra le specie europee, paragonabili a quelle d’un corno di bue; “mas” da masculus come ulteriore rafforzativo di virile consistenza.

 

Una pianta dalla storia straordinaria con riferimenti che affondano nel mito (vi si costruì il cavallo di Troia). Ha un curriculum che lo ha visto accompagnare l’umanità fornendo i più vari servigi in pace ed in guerra ove i macedoni lo usarono per le picche della famigerata falange e greci e romani per farne giavellotti.

 

E’ tra i più veloci alberi a risvegliarsi sul declinare dell’inverno ed i suoi piccoli fiori gialli, prelibato richiamo per gli insetti impollinatori, nella loro eleganza discreta s’aprono ad abbracciare i raggi di primavera ancor prima che le piante mettano foglia. I frutti ricchi di vitamina C, tannini, caroteni erano prelibatezza nelle tavole povere, abbandonata come altre al subentro del cibo preconfezionato. I rami freschi venivano masticati come spazzolino da denti; per lenire la dissenteria nelle trincee si mangiavano i frutti freschi. Dai semi veniva estratto un olio usato per le lampade e per friggere. I giovani rami tornavano utili per far cesti. Le bacche erano anche conservate in salamoia come le olive.

 

Con la polpa usciva una salsa per temperare l’arrosto. Il tronco? insuperabile per produrre oggetti sottoposti a forte usura come ruote dei carri, pioli delle scale, erpici, rastrelli, manici, pipe. I tannini della corteccia per tingere le stoffe, i noccioli tostati come surrogato del caffe. Dalla corteccia i rimedi contro debolezza e stati influenzali, per la diuresi, per affezioni respiratorie; le foglie essiccate come cicatrizzante, eccetera. Una miniera di preziose risorse.

 

Scoppiasse, causa istinto suicidario dell’uomo, la guerra atomica i sopravvissuti quanto impiegherebbero a riconquistare, dopo averli dimenticati, quei saperi che la natura ci ha regalato nei millenni affinché ne traessimo giovamento in modo ecocompatibile, senza danneggiarla come stiamo facendo con le nostre superbe invenzioni? ammesso che anche il Cornus mas sopravviva.


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Michele Bastanzetti

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