PAESE, IL TITOLARE DELLA DITTA RAPINATA: "EROI PER COSA?"
L'allarme da un cliente che ha "ascoltato" la rapina per telefono
| Mauro Favaro |
PAESE – «Con le pistole spianate davanti ho pensato alle mie bimbe di 4 e 8 anni e poi al benzinaio ucciso a Thiene pochi giorni fa: andiamo a fare gli eroi per cosa? Ma è difficile lavorare così e va sempre peggio: oggi a me domani a qualcun altro». Mentre parla Maurizio Cavallin, 39enne titolare della “Marca giochi”, ha ancora negli occhi le immagini dei rapinatori che martedì hanno fatto irruzione nella sua azienda di via Trentino, in zona industriale a Padernello, specializzata nel noleggio di videopoker, portando via, a quanto pare, sacchi di monete per circa sei mila euro.
«Mia moglie se n’era andata, assieme ai nostri due figli, sulle 18.30 e poco dopo erano andati a casa anche gli altri dipendenti (in tutto sono quattro, ndr). Io ero rimasto a fare un colloquio con un ragazzo che volevamo assumere. Pochi minuti prima delle 19 abbiamo sentito la porta aprirsi: il tempo di pensare che qualcuno avesse dimenticato qualcosa e ci siamo ritrovato con tre ceffi, con passamontagna e un chiaro accento straniero, che ci hanno puntato le pistole addosso chiedendo soldi – ricorda Cavallin – quando sono entrati ero al telefono con un consulente del lavoro per parlare della possibile assunzione ed è stato proprio lui, sentendo il trambusto e le grida dopo che i rapinatori mi avevano buttato per terra il cellulare, a chiamare i carabinieri».
Per un pelo le forze dell’ordine non hanno fatto in tempo a cogliere sul fatto i 4 malviventi, i tre incappucciati più un palo che li aspettava per la fuga a quanto pare a bordo di un’Alfa. «Hanno preso tutto quello che c’era e prima di scappare ci hanno chiusi in bagno, ma dopo solo un paio di minuti abbiamo sentito i carabinieri che, seguendo le nostre grida, ci hanno liberato – continua il titolare della “Marca giochi” – è passato così poco tempo che sono convinto che la pattuglia li abbia incrociati mentre scappavano».
E oltre al danno, c'è la beffa. Proprio oggi, infatti, inizieranno i lavori per montare le telecamere dentro il capannone. «Siamo qui da un anno e mezzo ed era già previsto – allarga le braccia – oggi i tecnici inizieranno i lavori». Nel frattempo le forze dell’ordine hanno acquisito le immagini registrare dagli occhi elettronici sparsi nella zona industriale di Padernello con l’obiettivo di individuare l’automobile usata dai malviventi per la fuga.
«Ho sentito che quattro persone sono state viste aggirarsi per il parcheggio già un’ora prima della rapina – rivela Maurizio Cavallin – se qualcuno ci avesse fatto caso ora potrebbe anche riconoscerli». Chi ha visto qualcosa, insomma, parli. Già ieri Cavallin è tornato nella sua azienda «perché pure bisogna andare avanti». Il ragazzo con cui stava facendo il colloquio, invece, è ancora sotto choc. Mentre i carabinieri danno la caccia alla banda che, a quanto pare, aveva da tempo studiato il colpo nei minimi dettagli.