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14 gennaio 2025

Treviso

IN VENETO, LAVORO SEMPRE PIU' IN CALO

Rosato:"Se ci sono posti di lavoro da occupare, ce lo dicano con precisione"

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

IN VENETO, LAVORO SEMPRE PIU' IN CALO

TREVISO - Oltre all'aumento dei disoccupati provenienti dalle schiere dei lavoratori dipendenti nel 2011 in Veneto sono scese del 5% le aperture di nuove partite Iva ed anche i parasubordinati hanno fatto rilevare una flessione.

E' uno dei dati che emerge nel rapporto 2012 di Veneto Lavoro intitolato "Un lento dimagrimento - Le ricadute della crisi sul sistema occupazionale", illustrato oggi a Cà Tron, alla presenza, fra gli altri, dell'assessore regionale veneto alle politiche dell'occupazione, Elena Donazzan.

Anche il lavoro indipendente, che negli ultimi tre anni aveva svolto una funzione "di ripiego" rispetto alla mancata individuazione di possibilità di assunzione, nella regione è ritornato a scendere sotto il mezzo milione di occupati. A crescere, osservano ancora i ricercatori della società regionale, è piuttosto il lavoro intermittente, ambito in cui lo scorso anno si è registrato un aumento del 22% delle assunzioni, un terzo delle quali configurabile come "secondo lavoro" di natura stagionale.

Nell'arco del triennio 2009-2011, secondo il rapporto, le imprese venete avrebbero assunto 250 mila persone a tempo indeterminato, per oltre la metà dei casi come trasformazione di contratto a termine o di apprendistato. I due terzi del calo occupazionale riferibile al 2011 riguardano lavoratori di sesso maschile. Indagando infine la componente giovane degli occupati - cioè sotto i 30 anni - si evidenzia come lo scorso anno essa fosse corrispondente a 350 mila unità, con un calo consistente rispetto al 2008 quando lo stesso indicatore raggiungeva quota 400 mila.

Secondo il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, ai giovani serve che ci sia una continuità tra scuola e lavoro. E, intervenendo oggi a Cà Tron, ha detto che "i tirocini dovrebbero essere obbligatori nell'ultimo anno di ogni percorso scolastico". Questo, ha spiegato, "per fare in modo che i giovani abbiano un'esperienza vera di intreccio fra scuola e lavoro che li metta in contatto diretto con la vita reale".

Allo stesso modo, ha proseguito, spostando il focus sulla necessità di una maggiore consapevolezza negli iter di orientamento, Santini ha osservato che sarebbe opportuno "studiare e spiegare a scuola i dati statistici di rapporti come quelli di Veneto Lavoro". "Altrimenti - ha concluso - si rischia che questi documenti rimangano fine a se stessi a beneficio soltanto di altri ricercatori impegnati nell'elaborazione di ulteriori ricerche"

Per il direttore della società regionale "Veneto Lavoro" Sergio Rosato, il problema sono anche gli imprenditori, che dovrebbero iniziare "a mirare giusto, sennò facciamo come Erode che per non sbagliare fece uccidere tutti i bambini". Rosato fa riferimento al moltiplicarsi degli "attacchi" del mondo delle imprese verso l'insieme degli enti pubblici responsabili, sempre a detta dei titolari d'azienda, di sprechi ed appesantimento burocratico.

"Venerdì scorso ho assistito all'assemblea di Unindustria Treviso - ha rilevato Rosato - e l'appello allo sfoltimento della macchina pubblica è stato insistente. Però dovrebbero indicare meglio gli obiettivi delle loro critiche". In relazione alla presenza, in Veneto, di "migliaia di posizioni lavorative che non vengono occupate", segnalata nei giorni scorsi dai vertici di Confindustria regionale, Rosato ha detto di "diffidare dei numeri" in particolare "in mancanza di una banca dati".

"Se ci sono posti di lavoro da occupare - ha concluso - ce lo dicano con precisione".

 



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Stefania De Bastiani

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