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27 dicembre 2024

Treviso

45 I COMUNI TREVIGIANI CHE NON HANNO OBBEDITO A BRUNETTA

Il Ministro aveva chiesto ai Comuni di elencare le consulenze esterne, ma non tutti l'hanno fatto e la lista dei "cattivi" è finita on-line

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Treviso - Invitati dal ministro della Pubblica amministrazione e innovazione, il veneziano Renato Brunetta, a presentare l’elenco delle consulenze del 2006 quasi la maggiorparte dai Comuni della nostra provincia non gli ha obbedito. Il professore aveva chiesto la lista degli incarichi affidati all’esterno dagli enti locali e i relativi importi pagati con le casse pubbliche, richiesta che era stata inserita sul sito Internet del Governo qualche settimana fa, nell’ambito di un’«operazione trasparenza» voluta dal ministro subito dopo il suo insediamento. E per continuare ad essere trasparenti, Brunetta ha ora pubblicato sul web l’elenco dei Comune che non hanno ancora fornito le comunicazioni sulle consulenze. In provincia di Treviso sarebbero ben 45 gli inadempienti, contro i 50 che, invece, come richiesto hanno messo in rete le informazioni richieste, nel rispetto dei tempi e delle modalità richieste dal ministero. Tra i «disobbedienti» spicca il Comune di San Vendemiano del deputato leghista Guido Dussin e Chiarano del sindaco Gianpaolo Vallardi, neo senatore della Lega Nord. Manca anche Conegliano .E hanno disobbedito al ministro Brunetta anche include Comuni del centrosinistra, quali Montebelluna. Tra i virtuosi spiccano Treviso, Godega di Sant’Urbano, paese d’origine del ministro Luca Zaia; c’è inoltre Oderzo del vicepresidente regionale Franco Manzato. Tra i Comuni di sinistra spicca Roncade, della parlamentare Simonetta Ruminato e Maserada. Guidata dal sindaco Floriana Casellato. Trasversalità, dunque, anche nella lista dei buoni. Complessivamente i dato degli enti trevigiani inadempienti è pari al 47%, una percentuale uguale a quella di altre province venete, a cominciare da quella padovana; sempre meglio del dato nazionale dove gli inadempienti raggiungono quota 65%. C’è anche da dire che nel sito ministeriale si precisa poi che «la mancata comunicazione può essere dovuta a non conferimento di incarichi di consulenza o di collaborazione, ad omessa dichiarazione o alla trasmissione dei dati con modalità non confermi alla circolare 198 del 31 maggio 2001». Tra i «disobbedienti», dunque, ci potrebbero essere anche Comuni che hanno sì inoltrato le loro consulenze, ma che l’hanno fatto in modo sbagliato. Comunque sia, nessuno «sconto»: figurano ugualmente nella lista dei cattivi che a livello nazionale conta ben 5.286 Comuni su un totale di oltre 8 mila. In ogni caso avrebbero potuto adempiere entro il 30 giugno e non l’hanno fatto

 


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