LA LEGA CONTRO LA MOSCHEA DI VIA FONTANA
Calissoni: "non vorrei che la struttura servisse ad accogliere clandestini"
Pieve di Soligo. Torna a creare polemiche la "moschea" di via Fontana a Solighetto, un ex negozio da tempo trasformato in sede di preghiera islamica e di corsi per bambini.
I locali nei quali si riuniscono i credenti di fede musulmana dell'area pievigina non sarebbero più solo un semplice centro culturale di riferimento per la comunità islamica, ma si starebbero trasformando in un dormitorio notturno. A lmeno questo è l'allarme lanciato da alcuni residenti di via Fontana e raccolto dalla Liga Veneta.
"Non passa giorno senza che i cittadini mi segnalino alcune situazioni critiche legate alla massiccia presenza di extracomunitari a Pieve di Soligo – riferisce Giuseppe Calissoni, capogruppo della Liga Veneta - Lega Nord in consiglio comunale - L’ultima riguarda l’utilizzo notturno della "moschea" di via Fontana. Posso solo augurarmi che chi di dovere si attivi per verificare se durante la notte i locali vengono utilizzati come dormitorio". "
Perché, al di là degli aspetti normativi e sanitari - aggiunge l’esponente del Carroccio pievigino – non vorrei che la struttura servisse ad accogliere temporaneamente stranieri clandestini".
Il consigliere leghista si spinge però oltre, denunciando anche alcune "anomalie" commerciali delle comunità straniere: "ho già segnalato agli uffici municipali competenti l’affissione lungo via Chisini di una gigantesca insegna con la scritta "kebab", urbanisticamente piuttosto azzardata trattandosi di una delle vie più vecchie del paese. Così come ho segnalato, specie nelle attività commerciali tra Via Capovilla e Piazza Caduti nei lager, la presenza di scritte pubblicitarie solo in lingua straniera. Ma viviamo in Italia – si chiede Calissoni – o siamo noi pievigini che dobbiamo imparare la loro lingua e le loro tradizioni, adeguandoci alla loro cultura e al loro modo di vivere?"
In foto: Giuseppe Calissoni, capogruppo pievigino della Liga Veneta