Non sono al riparo dal virus le scuole elementari e medie
"Bastano alcune ore in un'aula scolastica per rimanere contagiati dalle particelle galleggianti di virus". E' la denuncia dello Snals di Treviso
TREVISO - L’allarme arriva – ma forte e chiaro – dalle scuole elementari e medie del Piemonte. Che tutto sono, ma non sicure come la narrazione anche ministeriale (e pure del Cts) sin qui ha sempre accreditato. I dati rilevati dalla Regione Piemonte alzano il velo su una realtà invero assai rischiosa: in aule ad alto tasso di presenze, senza indosso le mascherine FFP2, bastano alcune ore di esposizione all'aria presente in un'aula scolastica contenente particelle galleggianti di virus (droplets) per rimanere contagiati. Se poi si fa due più due e come risulta da più settimane il Veneto è messo peggio ancora del Piemonte, c’è da porsi qualche domanda in più.
Lo fa lo Snals di Treviso per il quale “è pleonastico continuare a parlare di Scuole sicure. Le scuole della nostra provincia sono tutt'altro che sicure, come minimo, si dovrebbero dimezzare gli alunni per classe; non è corretto dal punto di vista della sicurezza, alternare metà delle aule in forza nell'istituto stesso, ma con tutti gli alunni presenti in classe. Ogni classe dovrebbe avere solo metà degli alunni. Solo in questo modo possiamo sperare di ritornare a poco a poco alla normalità”.
Non sono solo i trasporti dunque la causa di tutto. Salvatore Auci, segretario del sindacato autonomo lavori della scuola, ha più volte ripetuto che il pericolo vero sta nell’eccessivo affollamento delle aule delle scuole della provincia: “Le segnalazioni pervenute dai docenti di tutti gli ordini di scuola sono preoccupanti. Speriamo che il Presidente Zaia si renda conto al più presto che è necessario intervenire sugli assembramenti delle classi anche delle scuole dell'infanzia, primarie e medie; non è pensabile mettere in sicurezza fino al 31 gennaio le scuole superiori dimenticando tutte le altre”. Ma c’è dell’altro che occorre assolutamente assicurare, per questioni di sicurezza e di trasparenza: “I dati dei contagi nelle scuole devono essere diffusi - naturalmente in forma aggregata in modo da garantire la privacy - perché è inaccettabile per chi lavora o studia non conoscere il grado di pericolo che corre e quindi poter prendere le migliori precauzioni anti contagio”.