Nuova strage a largo di Lampedusa, barcone con 19 cadaveri nella stiva
Nuova tragedia di migranti a largo di Lampedusa. Un barcone, partito dalla Libia con centinaia di profughi a bordo, è stato soccorso a circa 80 miglia dall'isola e nella stiva sono stati trovati 18 migranti morti asfissiati probabilmente per le esalazioni prodotte dal motore. I cadaveri sono stati recuperati da un pattugliatore maltese e portati verso Malta.
Nella stiva c'erano anche tre migranti in fin di vita che sono stati subito trasferiti dalle motovedette della Capitaneria di porto a Lampedusa, ma uno di loro è arrivato già morto. Gli altri due migranti sono stati ricoverati nelle unità operative di Rianimazione dell'Azienda Ospedaliera Civico. Uno è arrivato con un elicottero del 118, e andrà in seconda rianimazione. L'altro migrante è già giunto a Palermo, si trova al Policlinico dove è sottoposto a un trattamento di camera iperbarica, e più tardi sarà trasferito nell'unità operativa di Prima Rianimazione dell'Ospedale Civico. Entrambi sono in gravi condizioni per un avvelenamento da monossido di carbonio. Oltre 400 persone sono state trasbordate e messe in salvo, ma ancora non si ha notizia sul porto in cui verranno sbarcati.
La Guardia Costiera ha poi ricostruito in una nota l'accaduto, spiegando che sono state le autorità maltesi a chiedere la collaborazione della Guardia costiera italiana durante le fasi di soccorso di quello che poi si sarebbe rivelato l'ennesimo 'barcone della morte'. L'imbarcazione, in legno e lunga circa 25 metri, era stata avvistata in un tratto di mare al confine tra la Libia e Malta da un mercantile danese, che dopo aver raggiunto l'unità ha proceduto al recupero degli occupanti.
Su richiesta di Malta, che nel frattempo aveva assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso, la Guardia costiera italiana ha inviato sul posto due motovedette classe 300, partite da Lampedusa con a bordo personale medico del Cisom (Corpo italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta). Allo stesso tempo la centrale operativa di Roma ha dirottato sul punto altri 2 mercantili che navigavano nelle vicinanze. Giunte sul posto, le motovedette della Guardia costiera, hanno fornito aiuto e assistenza durante le operazioni di trasbordo dei migranti sulla nave danese.
Fermato uno scafista - E' intanto stato fermato il presunto scafista dello sbarco di 251 migranti avvenuto ieri mattina a Pozzallo, nel ragusano. Si tratta di S.H., un tunisino di 27 anni rintracciato grazie alle testimonianze dei migranti siriani e nigeriani. Gli uomini della Polizia di Ragusa sono sulle tracce di altri cittadini libici ancora in corso di identificazione. Il reato contestato è introduzione illegale di immigrazione clandestina. Secondo quanto è emerso i migranti pagavano per il viaggio della speranza un 'biglietto' di 1.500 dollari per cui l'organizzazione avrebbe avuto un guadagno totale di 375.000 dollari. "Sapevo che in Libia cercavano scafisti. Sono andato lì e mi sono arruolato con loro per guadagnare soldi. Faccio il pescatore ma quello che prendo in un solo viaggio per portare persone è lo stesso che guadagno in due anni col mio lavoro", ha detto il tunisino agli investigatori della squadra mobile di Ragusa.
In 48 ore soccorsi in quasi 4000 da navi Mare Nostrum - Sono oltre 80mila i migranti soccorsi dalle navi del dispositivo della Marina Militare, Mare Nostrum, da ottobre scorso, inizio della missione nata per fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria in corso nello Stretto di Sicilia, dovuto all'eccezionale afflusso di migranti. Solo negli ultimi due giorni sono 3.510 le persone aiutate su barconi in difficoltà. In particolare, 2128 sono state portate a bordo della rifornitrice Etna, dalla corvetta Sfinge e dalle motovedette delle Capitanerie di Porto. L'altra notte 574 migranti sono stati tratti in salvo da un natante che imbarcava acqua dalla sala macchine. A bordo del pattugliatore Orione e della corvetta Sfinge sono state tratte in salvo 706 e 488 migranti. Coinvolte anche nei soccorsi anche due motonavi civili dirottate verso le imbarcazioni in difficoltà.