Operaio precipita da un'impalcatura e muore a 48 anni: “Un’altra vita spezzata sul posto di lavoro. E’ ora di finirla”
La condanna della Fiom di Treviso
| Isabella Loschi |
TREVISO - “Un’altra vita spezzata sul posto di lavoro.E’ ora di finirla”. Per bocca del segretario generale Enrico Botter la condanna e l’appello della Fiom Cgil di Treviso in seguito all’ennesimo incidente che a Fusina ha visto perdere la vita un operaio 48enne addetto della ditta trevigiana OMD di Nervesa della Battaglia.
“Morti e incidenti sul lavoro, rappresentanze datoriali e istituzioni anestetizzate al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro”. “La vita e la qualità dell’esistenza sono questioni di prim’ordine, mai subalterne al profitto e all’inerzia nell’attivare procedure e dispositivi di sicurezza. A questa consapevolezza si deve arrivare subito”.
“Dopo il tonfo legato alla pandemia, il rimbalzo positivo che si sta determinando nel metalmeccanico - ha aggiunto il vertice della Fiom Cgil provinciale - non può macinare vite di lavoratrici e lavoratori. Sulla sicurezza sul lavoro tanti hanno detto e hanno promesso, ma nei fatti continua la drammatica "conta" dei morti che, dopo il triste primato dello scorso anno, continua a insanguinare il mondo del lavoro. Solo pochi giorni fa abbiamo sostenuto l’iniziativa degli studenti in ricordo dello studente di 18 anni, Lorenzo Parelli, di Udine, deceduto mentre praticava l'alternanza scuola-lavoro, oggi ci troviamo ancora una volta di fronte all'ennesima vittima”.
“Formazione e controlli non possono essere parole vuote - ha concluso Enrico Botter -, in tutti i settori, in tutti i luoghi di lavoro, in tutte le sedi, dal mondo produttivo alle istituzioni a tutti i livelli, si assuma l’impegno di fare qualcosa e lo si faccia”.
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