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15 ottobre 2024

Conegliano

Orsago, dall’infanzia difficile al sogno realizzato: “Mollo il lavoro e divento fotografa”

Ilia ha iniziato “per gioco”, ma sta esponendo in tutto il mondo

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

ilia da lozzo

ORSAGO - “Questo percorso è iniziato quasi per gioco, ma ora voglio cambiare vita”. La testimonianza di Ilia Da Lozzo ci insegna che non è mai troppo tardi per trasformare la propria passione in un lavoro. Lei ha 46 anni, e da 20 lavora come impiegata in un’azienda. La sua avventura fotografica è iniziata nel 2019, poi il lockdown le ha permesso di studiare e di approfondire la conoscenza delle tecniche e degli strumenti. “Ora vorrei lasciare il lavoro e aprire uno studio fotografico – fa sapere Ilia -. Vorrei farlo il prima possibile, anche perché la mia famiglia sostiene la mia scelta e mi supporta”. La 46enne sta già realizzando dei servizi fotografici nel tempo libero, ma questo non le basta. “Sono pronta ad avviare la mia attività, per questo sto cercando uno spazio da affittare – aggiunge -. In pochi anni le mie foto hanno riscosso un certo successo, e io non voglio perdere questa occasione”. Ilia ha già esposto le sue opere in giro per il mondo, e a breve partirà per un tour espositivo negli Stati Uniti.

Parlaci del tuo stile…

Non mi dedico al servizio fotografico classico. Io sono più che altro una ritrattista e scatto foto molto particolari. A me interessano le persone: prima deve esserci un percorso di conoscenza, e spesso mi faccio raccontare la vita e le esperienze delle persone che ritraggo. Poi sviluppo un’idea adatta a quella persona, perché voglio raccontare la sua storia e i suoi sentimenti. Cerco di mescolare la storia, la bellezza e il corpo. Mi sento una narratrice di storie più che una fotografa.

 

Come procedi durante i tuoi servizi?

Le persone possono scegliere le pose che preferiscono. In realtà le foto "escono" nel corso del servizio, le prime mi servono per capire come comportarmi. Ho sempre in testa quello che voglio realizzare, vedo gli scatti con la mente prima ancora di realizzarli. La mia fotografia vuole essere reale come la vita: non modifico i miei scatti, uso soltanto la versione base di Lightroom. Cerco di catturare la bellezza con l’arte.

 

I tuoi soggetti preferiti?

Mi piace fotografare donne “comuni” e farle sentire delle modelle. Com’è iniziato il tuo percorso? La fotografia è sempre stata la mia passione. A mio zio piaceva fare foto e spesso mi faceva fare la modella. Stare “dall’altra parte” mi ha aiutato molto. Durante il periodo della pandemia, invece, ho fatto dei corsi di fotografia online. Qualche anno fa, scorrendo la bacheca di Facebook, ho scoperto un concorso organizzato da un’associazione romana. I fotografi selezionati avrebbero esposto le proprie opere in via Margutta, la via degli artisti a Roma. Ho deciso di partecipare e dopo un po’ di tempo mi hanno contattato. È stata la mia prima esposizione.

 

Poi è avvenuto tutto molto velocemente…

Da quel momento diverse associazioni hanno iniziato a contattarmi per chiedermi di esporre. Le mie foto sono finite al Carrousel du Louvre di Parigi, nel Principato di Monaco, a Bruxelles, a Bergamo, a Brera. Mi hanno chiesto di organizzare un’esposizione presso la biblioteca nazionale centrale di Roma, e a breve farò un tour in America. A marzo uscirà anche una recensione di alcune mie opere firmata da Vittorio Sgarbi. Sono fortunata perché ho una ragazza che mi segue e mi promuove, una specie di “manager”.

 

A Barcellona hanno esposto le foto di una coneglianese molto conosciuta…

Marzia Breda è una mia cara amica. Quegli scatti sono stati esposti al Meam (European Museum of Modern Art, ndr). In quel caso mi hanno chiesto di esporre dopo aver visto le foto che avevo inviato per un concorso. 

Perché le tue foto sono così intense?

Nella vita ho dovuto affrontare tanti problemi: sono stata in collegio per 5 anni, io e la mia famiglia abbiamo vissuto situazioni molto difficili. Sono sempre stata una persona solitaria, ma mi piace osservare gli altri. Forse anche per questo mi piace fotografare. Nonostante tutto però mi sento fortunata, perché non ho mai avuto problemi di salute. Affronto la vita con ottimismo e credo che si debba sempre lottare, perché vivere è bello. Dopo tutti questi anni sto imparando a mettermi in primo piano, ed è per questo che voglio cambiare vita. Sto lottando per realizzare il mio sogno. Se fossi ricca mi dedicherei alla fotografia a titolo gratuito, ma devo mangiare anche io.

 

Quanto può valere un tuo scatto?

Una foto può essere venduta anche per 2-3mila euro.

 


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Roberto Silvestrin

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