PAESE, CON L'ISTITUTO "MARANI" LA CASA DI RIPOSO FA UN BALZO DA 1,5 MILIONI DI EURO
Pronto il piano per portare la disponibilità da 48 a 87 posti letto
| Mauro Favaro |
PAESE – Due anni per raddoppiare la casa di riposo. E’ questa il tempo che si è dato l’istituto “Casa Marani”, pronto a sostituire da gennaio la municipalizzata “Paese Servizi” nella gestione della struttura di via Trieste, per investire i 1,5 milioni inseriti nella convenzione sottoscritta ieri con il Comune e valida sino al 2026.
Nel giro di quattro mesi, entro la primavera prossima, sarà concluso il progetto definitivo, poi potranno partire i lavori di sistemazione degli edifici, che consentiranno di portare la disponibilità da 48 a 87 letti. In cambio villa La Quiete, che resterà proprietaria della casa alloggio, non chiederà sino al 2016 nemmeno un euro di affitto, che invece negli ultimi dieci anni previsti dalla convenzione salirà da 12 mila a 80 mila euro per ogni dodici mesi.
«Le rette (attualmente tra i 45 e i 52 euro al giorno, ndr) non verranno aumentate e tutte le iniziative sono state già condivise attraverso incontro con ogni famiglia – spazza il campo dalle polemiche il sindaco, Francesco Pietrobon – i posti di lavoro, con il placet dei sindacati, sono stati garantiti: i lavoratori passeranno direttamente sotto “Casa Marani”, mentre i 5 assunti da “Paese Servizi” avranno un contratto a tempo determinato e poi potranno fare un nuovo concorso».
In più il Comune potrà contare su un posto nel cda dell’istituto. «Il nostro obiettivo è sempre quello di abbassare le rette, non quello di aumentarle – mette in chiaro il presidente dell'istituto, Sergio Novello – creando un vero centro di servizi per gli anziani del distretto».
Che servizi? «Come la creazione di un centro Alzheimer, la gestione dell’assistenza domiciliare, la distribuzione dei pasti e la cura dei rapporti con il volontariato – elenca il direttore, Carlo Bramezza – cose che la nostra rete (l’istituto gestisce già le strutture residenziali di Villorba e Povegliano, ndr) consente attraverso economie di scala e senza incidere sulle tasche dei cittadini». «Cose che da soli non avremmo mai potuto avere – chiosa il sindaco – e alla fine ci ritroveremo con un patrimonio senza aver tirato fuori una lira».