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30 dicembre 2024

Treviso

PALAZZO BUNKER: L’IDV CHIEDE UN TAVOLO DI CONFRONTO

L’intervento urbanistico di piazza S. Francesco non piace al partito, ma anche a molti altri, per la mancanza di visione globale della città

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

PALAZZO BUNKER: L’IDV CHIEDE UN TAVOLO DI CONFRONTO

TREVISO – Quello che è stato ribattezzato “il palazzo bunker”, il controverso intervento in piazza San Francesco non piace all’Italia dei Valori. Secondo Dante Faraoni (nella foto), responsabile del partito del “Progetto Centro Storico”, tutto ciò dimostra che a Treviso “l’amministrazione non è in grado di gestire le trasformazioni urbane lasciate troppo spesso alla discrezionalità del committente e del politico di turno, ma mai capace di cogliere le occasioni per operazioni di ampio respiro culturale”.

L’esponete dell’IdV dice di non voler entrare nella polemica sulla qualità estetica e architettonica dell’intervento, ma vuole far riflettere sulla promozione e il controllo delle trasformazioni urbane da parte dell’amministrazione comunale. “Siamo consapevoli che legalmente le autorizzazioni vengono dai tecnici comunali e dalla Soprintendenza, ma fare finta che l'amministrazione comunale sia incolpevole a noi ci sembra troppo. Certo, una città come Treviso, che ambisce a rilanciare il turismo e la vitalità del centro storico, la qualità architettonica dovrebbe essere una priorità, sopratutto ci si aspetterebbe questo atteggiamento da chi amministra.

L'Italia è piena di città d'arte e città storiche che tra i regolamenti di urbanizzazione hanno previsto perfino il colore delle finestre, dei portoncini d'ingresso oltre che gli stili ed i materiali da utilizzare nelle zone ad alto pregio storico e/o paesaggistico. A Treviso sembra che tutto ciò sia sconosciuto altrimenti non si spiegherebbero perché, in pieno centro storico spuntino, realtà come il bunker”.

L’Italia dei Valori fa una domanda a sindaco e giunta: “invece di rimanere increduli di fronte allo scempio dichiarato da molti esperti o di scaricare le responsabilità sui tecnici comunali, vi chiediamo il motivo per cui importanti trasformazioni esterne, ma soprattutto interne al centro storico, vengano gestite attraverso procedure edilizie ordinarie anziché con specifici piani particolareggiati e attraverso concorsi di progettazione nazionali ed internazionali, aperti o ad inviti, coinvolgendo nelle scelte gli esperti e la cittadinanza, così come succede nelle grandi e nelle piccole città europee”.

Faraoni afferma che gli strumenti urbanistici ci sono, gli strumenti negoziali anche, quindi non si spiega il perché si sia giunti a tanto se non per la palese mancanza di “una visione ampia e articolata del problema, che purtroppo viene gestito con scelte estemporanee, grossolane e personalistiche” Secondo Faraoni anche questa volta la giunta targata Lega e PdL dimostrerebbe “le stesse negligenze, le stesse lacune amministrative emerse con il progetto pedonalizzazione del centro storico.

“Come si fa a pretendere di rilanciare il centro storico senza programmazione, idee innovative, e sopratutto regolamenti per lo sviluppo? Come Italia dei Valori - dice Faraoni - ci vantiamo di aver messo allo scoperto le carte “confuse” di Ca’ Sugana sul futuro del centro storico volantinando, facendo i gazebo informativi e denunciando alla cittadinanza la totale incapacità dei Gobbo e dei Zanini di dialogare e di aprire un serio dibattito sul futuro del centro storico.

Di questo se ne erano accorti i commercianti di Treviso SOS con le proteste in Consiglio comunale e le loro proposte”. E visto che la trasformazione di una città è un problema complesso e articolato e le scelte richiedono le migliori competenze e un’ampia condivisione, l’IdV ha richiesto un tavolo di discussione che coinvolga tutte le parti in causa, ma teme che ancora una volta l’amministrazione si dimostri “sorda e cieca”

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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