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02 gennaio 2025

Treviso

RIAPERTO L'AEROPORTO "CANOVA"... PRIMI VOLI DIROTTATI A VENEZIA

L'inizio dell'era della seconda categoria funestato dalla nebbia

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RIAPERTO L'AEROPORTO

TREVISO – Di certo i vertici di Save e AerTre sognavano una riapertura del “Canova” meno travagliata. Ma, più ancora di loro, la sognavano le decine e decine di passeggeri arrivati all’alba di ieri in aeroporto, al primo giorno di attività dopo 6 mesi di “trasferta” veneziana e l’installazione dei sistemi capaci di garantire decolli e atterraggi con scarsa visibilità, che si sono visti dirottare i loro voli al “Marco Polo”. Motivo? Nebbia.

Uno scherzetto del meteo, infatti, ha condensato un muro di nebbia sopra lo scalo trevigiano proprio nel giorno in cui si inaugurava l’era della seconda categoria. E il “Canova”, potenziato attraverso un piano da 18 milioni per operare con la foschia ma non con un nebbione, ha dovuto subito alzare bandiera bianca.

Il primo volo in arrivo da Bari alle 7.50 è stato dirottato a Venezia, come poi a quelli da Colonia, Charleroi e Siviglia. Di conseguenza anche le ripartenze verso le stesse destinazioni (Treviso non è hub ma scalo) sono state effettuate al “Marco Polo”. Così ai passeggeri in attesa al “Canova” non è rimasto che raccattare i bagagli per raggiungere Venezia in pullman.

La situazione si è sbloccata solo alle 11, quando la nebbia si è diradata e l’aereo Ryanair proveniente da Trapani ha potuto battezzare la nuova pista. Da quel momento in poi tutto è filato liscio: altri 13 atterraggi (e altrettanti decolli) si sono svolti regolarmente.

Una figuraccia per un aeroporto celebrato come anti-nebbia? «No, perché le condizioni di visibilità erano impossibili: lo scalo è stato predisposto per la categoria 2, che prevede almeno 300 metri di visibilità, se si vede meno non resta che Venezia che è in categoria 3b (esclusa per Treviso, ndr) – spiega l’amministratore delegato di Save, Paolo Simioni – i passeggeri, comunque, sono stati tutti dirottati a Venezia senza disagi».

Anche se, in realtà, il via libera per la categoria 2 ancora non c'è. «L'Enac e l'aeronautica stanno esaminando la procedura e nei prossimi giorni dovrebbero dare l’approvazione – rivela – ma i sistemi sono a posto e ieri (domenica, ndr) abbiamo ricevuto la certificazione di agibilità».

«Riconsegniamo alla città – aggiunge il presidente di Save, Enrico Marchi – un aeroporto che è un valore in termini occupazionali e per i flussi economici e turistici». E Giacomo Archiutti, presidente di AerTre, costola di Save che gestisce il “Canova”, gli fa eco. «E’ un giorno importante – chiosa – Treviso è un rilevante punto d’ingresso del Veneto, per il cui sviluppo socio-economico ed imprenditoriale l’infrastruttura aeroportuale rappresenta un tassello essenziale». Nebbia permettendo.

Nonostante la riapertura, comunque, non si ferma la battaglia del Comitato che si batte contro l'ampliamento dello scalo trevigiano. «Abbiamo fiducia nella magistratura, ma aspettiamo il pensionamento del procuratore Fojadelli per presentare un nuovo esposto e chiedere che venga fatto rispettare il limite massimo dei voli stabilito in 16.300 all’anno», annuncia Dante Faraoni. «Ci sono delle prescrizioni da rispettare sia per il limite dei voli che per l’impatto luminoso», precisa Alessandro Sottana.

Il 16 dicembre si terrà una nuova assemblea dei soci del Comitato, che si sta preparando all’udienza del Tar del 19 gennaio sull'affaire autorizzazioni ambientali relative alla prima tranche di lavori di sviluppo dell’aeroporto. «E’ vero che in Italia può succedere di tutto – fa spallucce Paolo Simioni, ad di Save – ma siamo tranquilli e speriamo vinca il buonsenso».

Mauro Favaro

 


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