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17 settembre 2024

Treviso

PANDEMIA: LA MARCA SI PREPARA

Pronto il piano nazionale e regionale

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

PANDEMIA: LA MARCA SI PREPARA

Treviso - Oltre 150 casi accertati in Messico, 91 casi negli Stati Uniti, 12 casi in Europa. L’influenza suina avanza a ritmo sostenuto tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla ormai di pandemia imminente. Ma che cosa significa pandemia, che effetti avrà a livello mondiale e per il nostro paese? E soprattutto, la Marca Trevigiana è pronta a fronteggiare un’epidemia generale che potrebbe contagiare il 25-35% della sua popolazione? Abbiamo rivolto queste domande al dottor Giovanni Gallo, direttore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Usl 9.

Dr. Gallo che cos’è una pandemia e perché è prevedibile arrivi in Italia?
La pandemia si verifica quando compare un nuovo virus con il quale le persone non sono mai venute in contatto in passato. Le normali influenze, anche se diverse sono simili, e per questo le persone sono protette essendo già state infettate in passato. Il virus H1N1, invece, è nuovo, molto più veloce e può colpire molte più persone. Non è comunque detto che debba essere più grave della normale influenza, anzi la patologia può avere un normale decorso in 4/5 giorni di febbre. Colpisce molte più persone però, l’influenza normale ha un’incidenza del 5-10% mentre l’influenza suina del 25-35%. Il rischio che arrivi in Italia dipende da questa maggiore capacità di contagio.

Il focolaio è stato individuato in Messico ma si è poi esteso.
L’infezione è partita da lì e si è espansa al Nord America e quindi all’Europa attraverso lo spostamento delle persone. Ma sarà presto impossibile tracciare l’origine del contagio. .

Ci sono protocolli specifici per la pandemia?
Certo c’è un piano nazionale e ci sono piani regionali e locali che individuano le azioni prioritarie. Data l’evoluzione del virus, stiamo aggiornando questi piani e aprofondendoli per definire i protocolli sanitari da seguire. Al momento siamo in una fase di osservazione, nella nostra provincia non si sono verificati casi, neppure sospetti di influenza suina. I protocolli comunque prevedono di individuare possibili soggetti contagiati nelle persone che presentano sintomi influenzali e siano appena arrivate dal Messico e dagli altri Paesi dove è accertata la presenza del virus. In quel caso il paziente dev’essere subito trasferito in ospedale, dove vengono subito svolti gli accertamenti diagnostici che consistono in un esame del sangue e nel tampone naso/gola.

Quali sono i sintomi dell’influenza suina e come si cura?
I classici sintomi influenzali: febbre alta, mal di gola, tosse, mal di testa a cui si associano anche vomito e diarrea. L’influenza suina si cura con farmaci antivirali e con cure più specifiche nel caso di complicanze, ad esempio con l’uso di antibiotici per complicanze batteriche. Il virus è però molto spesso lieve e il tutto si risolve con qualche giorno di febbre. L’intervento sanitario non è diverso dalle normali influenza, cambiano però i numeri perché i potenziali contagiati sono molti di più. .

In Italia c’è una disponibilità sufficiente di questi farmaci?
Come confermato dal Sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio, sono disponibili 40 milioni di dosi farmaci antivirali.

Esiste un vaccino?
Al momento no, il virus è ancora in fase evolutiva. E’ necessario aspettare che si stabilizzi prima di poterlo coltivare e quindi di lavorare alla produzione di un vaccino. Per avere le prime dosi serviranno almeno 4 mesi.

Ricapitolando, cosa deve fare chi presenti sintomi influenzali e sia appena stato in uno dei Paesi interessati dall’epidemia?

Rimanere a casa, chiamare il medico di base o la guardia medica i quali, da protocollo, faranno intervenire un’ambulanza che li trasporterà direttamente in ospedale. Per tutta la provincia il riferimento è il reparto di malattie infettive dell’ospedale Ca’ Foncello dove queste persone saranno accompagnate e dove saranno svolti tutti gli accertamenti del caso. Nel caso in cui dovesse essere accertato il contagio da virus H1N1 il paziente sarà messo in isolamento. A quel punto saranno controllati anche i contatti stretti e quindi i famigliari o le persone che hanno interagito con la persona nel periodo di incubazione. .

Milvana Citter

 


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Carlo De Bastiani

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