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18 aprile 2024

Vittorio Veneto

I paracadutisti contro i profughi

L’ex sindaco Toni Da Re invoca il battaglione Tuscania contro gli immigrati del Ceis

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

I paracadutisti contro i profughi

VITTORIO VENETO – Tornato con dieci anni di legislatura in meno dal prato di Pontida (dove si è fatto fotografare con sorridenti fanciulle verdevestite), l’ex sindaco leghista-salviniano Toni Da Re apre Facebook e s’incazza. Ma – precisiamo! - non “s’incazza nero”, visto che di fronte a questo colore gli piglia un’idiosincrasia che è meglio lasciar perdere. Diciamo che s’imbufalisce contro i migranti vittoriesi, con Tonon (suo successore), e contro i responsabili del Ceis “che – parole sue - hanno voluto fare l'operazione di pseudo ospitalità per una questione economica e non per carità cristiana. Inutile menarla!”

 

Che la polemica spesso transiti dai media ai social network, l’ex sindaco di Vittorio Veneto, Toni Da Re, lo sa. E cavalca l’onda di sdegno come un cowboy dalla briglia/tastiera sciolta. Poche ore fa, l’ex primo cittadino vittoriese ha infatti “mannaiato” a parole la gestione dei profughi a Vittorio Veneto. E ha intravisto una soluzione: il carabiniere-paracadutista che plana sul centro accoglienza. Per rimettere ordine in cinque punti.

 

Primo. Per prima cosa Da Re se l’è presa coi migranti, definiti ironicamente “turisti” del Ceis. “Questi qui – ha postato sul suo profilo fb - buttano bancali in mezzo alla strada, si rivoltano, rifiutano di ricevere i provvedimenti del prefetto, che rappresenta lo Stato e la Legge.”

Secondo. Da Re s’è rivolto proprio al prefetto di Treviso.”Lo invito espressamente a far ripristinare ordine e legalità”, ha scritto.

Terzo. Non pago, Da Re ha chiamato in soccorso i paracadutisti del battaglione Tuscania. “Se serve – ha evidenziato– il prefetto adoperi il Battaglione Tuscania per far capire ai turisti sponsorizzati e pagati con i soldi dei cittadini, la legalità e l'ordine, e come ci si deve comportare in Italia. I carabinieri hanno dovuto fermarsi perché erano in tanti a voler fare casino, e non hanno voluto usare la forza che gli avrebbe consentito l'esecuzione del provvedimento. Allora il prefetto deve far capire a questi che se l'Italia gli va stretta perché non possono fare ciò che vogliono, se ne possono tornare a casa loro.”

Quarto. Da Re ha stigmatizzato l’operato del sindaco Tonon. “La cosa più vergognosa– ha sottolineato - è l'assenteismo del sindaco e della giunta di Vittorio, che continua a comportarsi come se a Vittorio non fosse successo nulla, e non ci fosse il problema. Qui ci stanno stravolgendo lo stato sociale e non se ne accorgono. Ricordo a Tonon e ai suoi che il sindaco è responsabile della sicurezza e dell'ordine della città, e quanto avvenuto è l'esempio dell'integrazione che vogliono queste persone.”

Quinto. Da Re si è infine rivolto al direttore e al presidente del Ceis, la struttura vittoriese che sta ospitando i migranti. “Hanno voluto fare l'operazione di pseudo ospitalità per una questione economica e non per carità cristiana. Inutile menarla! Queste sono le conseguenze, con l'amministrazione condiscendente.”

 

Che sia il “traforo”, che Da Re continua a sostenere, che siano i “migranti”, l’ex sindaco vittoriese torna a dire la sua. Col vocione consentito dalla pagina Facebook. 
E non le manda a dire. E le cose che dice hanno fuochi d’artificio di “like” e commenti sparati a zero, con un retrogusto di inno alla violenza (“è una vergogna!”, “mandiamoli a casa loro i profughi!”, “ma quanto pasciuti sono?”, “ma chi gli ha insegnato l’italiano che lo sanno meglio di me?”, “prima o poi arriva la sciopa”), e hanno anche uno strascico politico-amministrativo. Senza se, senza ma, e senza Tonon.

 


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Emanuela Da Ros

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