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01 settembre 2024

Vittorio Veneto

Il Pat (come il re) è nudo

Quando le premesse a un progetto sono irrealistiche. O meglio: una foglia di fico

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

pat vittorio veneto

VITTORIO VENETO - Secondo le basilari regole della Logica è impossibile che le conclusioni di un determinato pensiero, se ben articolato, siano false se si parte da un presupposto vero. Ad ancor maggior ragione: è impossibile che le conclusioni siano vere se si parte da un presupposto falso. Ora, il presupposto dichiarato, che ispira la colata di cemento in dote a questo PAT, è che nei prossimi 10 anni la popolazione di Vittorio aumenterà di oltre tremila unità. Tale affermazione da quale magico cilindro è sgorgata? Chi se ne assume la primogenitura e su quali basi inoppugnabili s’impianta? Essa risulta clamorosamente fasulla e fuorviante se valutiamo il trend pluridecennale dei molti più deceduti che nascituri in città; peraltro a Vittorio NON si nasce neppure più visto che le partorienti devono celermente migrare a Conegliano!

 

E poi il tasso di senilità da record mondiale; quello di fecondità in picchiata; il numero dei residenti in discesa libera nonostante la massiccia iniezione dei non autoctoni. Questo in una città in cui molti servizi han chiuso baracca, gli esercizi commerciali cadono a domino, l’ospedale ha dismesso reparti cruciali, non abbiamo nemmeno un teatro nostro e nemmeno una biblioteca civica a norma, le piscine e il palazzetto piangono, piantan le vigne vicino agli asili, non riusciamo neppure a tenere pulite le fontane monumentali (cito così, qualche esempio, a volo di farfalla…). Perché mai, improvvisamente, dovrebbe esserci una miracolosa inversione di questa tendenza alla senilità ed al rimpicciolimento dell’urbe, ed un incremento esponenziale della sua attrattività?

 

Capisco che servisse una foglia di fico per dare una qualche logica al PAT appena partorito ma mi par proprio che essa sia caduta ancor prima di seccarsi, mostrando che il re, neppur troppo prestante, è nudo. Ora fosse solo il nudismo il problema, uno potrebbe anche riderci su, ma a preoccupare assai è invece la sostanza della operazione. Se la sua logica non è infatti quella dichiarata quale è allora quella vera? Visto anche il diabolico meccanismo del credito di cubatura potrebbe essere, ripeto potrebbe sperando di essere smentito da “qualcun de quei che à fat le scole alte …a Fais”, quella del far west. Ove chiunque, ma per lo più i soliti noti, potranno impiantar cantieri quasi ovunque volessero in assenza di un coerente ed armonioso progetto di città, di impegno al recupero prioritario delle aree ed unità degradate, di equilibrio insediativo tra i diversi quartieri, di risparmio di terreno vergine e di nuove opere urbanistico- infrastrutturali; oltretutto con una rete viaria che continua a mantenere le sue pesanti criticità come sulla direttrice San Giacomo-rotonda Fod. E magari lasciando, alla fine dell’incursione carovaniera, qualcosa come il gigantesco buco rimasto di fronte alla scuola Cosmo. Purtroppo, nonostante il ridicolo, non c’è da aspettarsi che il re si ricopra. Per il semplice motivo che la città non ne può ridere né imbarazzarlo, visto che sostanzialmente dorme.


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Storico appassionato e arguto ‘lettore’ della realtà cittadina. Spesso viziata da sogni irrealizzabili

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