Pat, Gobbo denuncia Italia Nostra
Zanoni: "Piena solidarietà con associazione"
TREVISO - Il Presidente della sezione trevigiana di Italia Nostra, Romeo Scarpa, è stato denunciato dal Comune di Treviso per aver pubblicato sul sito internet dell’associazione i documenti del Piano di Assetto del Territorio (PAT). L'associazione ambientalista aveva reso pubblici alcuni documenti e la cosa è apparsa al sindaco Gian Paolo Gobbo sconveniente. Tanto da denunciare il legale rappresentate dell'associazione.
La faccenda è stata commentata dall'eurodeputato Andrea Zanoni. «Al Presidente Scarpa dovrebbero dare un premio. Ha fatto quello che dovrebbe fare un’amministrazione onesta, osservando il principio della trasparenza degli atti amministrativi - ha dichiarato Zanoni - Romeo Scarpa ha pubblicato atti che vengono stilati nell’interesse dei cittadini. Al Presidente dell’associazione dovrebbero conferire un premio per aver fatto quello che sarebbe stato di competenza di un’Amministrazione seria e onesta ed invece è stato denunciato. Ricordo che la Direttiva 2003/04/CE, recepita in Italia dal Decreto Legislativo 195/2005, sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale parla chiaro: “gli Stati membri provvedono affinché le autorità pubbliche siano tenute a rendere disponibile l’informazione ambientale detenuta da essi o per loro conto a chiunque ne faccia richiesta, senza che il richiedente debba dichiarare il proprio interesse”».
Zanoni, in occasione dei lavori per la costruzione della strada Pedemontana Veneta che collegherà Montecchio Maggiore a Spresiano aveva presentato un’interrogazione alla Commissione europea per il sistematico rifiuto delle autorità italiane di fornire i documenti relativi alla costruzione della Pedemontana veneta, richiamandosi alla Direttiva europea che sancisce il dovere di trasparenza e informazione in campo ambientale.
«Troppo spesso le autorità si dimenticano che esiste il dovere di informazione verso i cittadini - ha concluso Zanoni - Valuterò se in questo caso vi siano i presupposti per presentare un’interrogazione alla Commissione europea per violazione della Direttiva comunitaria. Il comportamento del Comune di Treviso è scandaloso: questa denuncia ha l’amaro sapore della censura».