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28 aprile 2024

Vittorio Veneto

Il piano tombinatore del suolo

Dopo la nuova colata di cemento, che fine faranno i vecchi edifici?

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

pat vittorio veneto

VITTORIO VENETO - Si poteva pensare che due decenni sarebbero serviti all’ Olimpo tecnico-dirigenzial-politico per donare a Vittorio Veneto, ultimo tra i comuni della Regione ad esserne dotato, un PAT ispirato a tetragoni ed adamantini valori-guida. Un piano di sviluppo che promuovesse la tutela della nostra identità urbanistica pur già annacquata da precedenti scelleratezze (basti ricordare l’ abbattimento di edifici-simbolo della Vittorio ottocentesca in pieno centro), che difendesse sacralmente i territori ancora vergini, che arginasse la cieca ingordigia speculativa, che premiasse il risanamento ed il recupero del già esistente, che tenesse realisticamente conto della involuzione demografica, che si occupasse di annose carenze di strutture a missione socio culturale.

 

Invece l’unico principio-guida che emerge con nettezza da questo lavoro, approvato senza alcun confronto diretto con la cittadinanza, è il consumo indiscriminato di territorio. Ben 920 mila mq sarebbero le aree a disposizione del neocolonialismo costruttivo, peraltro con che garanzie di qualità ed armonizzazione con l’esistente non è dato sapere. Per incentivare questo neocolonialismo, tombinatore di nuovo suolo che anziché assorbire diventerà impermeabile ai rovesci e costringerà ad ulteriori opere di urbanizzazione a carico della comunità, si è perfino pensato con l’entusiastico apporto del PD di sedicente opposizione alla Lega di governo, ad una mostruosità venale come il credito di cubatura. Cioè uno, pagando magari ‘na pipa de tabàc la demolizione di qualche edificio disabitato, potrà usufruire dei corrispondenti metri cubi su aree attualmente anche fuori dal perimetro strettamente urbanizzato ed attualmente vincolate.

 

E sul buco lasciato dall’ edificio abbattuto che ci resta? Casomai, un premio lo si poteva concedere a chi avesse voluto risanare il vecchio! Oltre a queste brevi osservazioni di sistema, nello specifico almeno una citazione merita la mazzata sul destino di Papadopoli che aleatoriamente e non si sa con che garanzie collettive verrebbe dedicata a “polo di formazione a sevizio della zona industriale”. Naufraga così il sogno dei cenedesi storicamente espresso nel Consiglio di Quartiere Ceneda che guarda caso, con tutti gli altri, è stato ridotto al silenzio con sfrontata manovra antipartecipativa, di portarvi Biblioteca, Teatro (alla rotonda) e centro elettivamente dedicato all’ Associazionismo culturale (es. Università anziani). Dunque, alla fine della giostra, non possiamo concludere che la montagna abbia partorito un topolino quanto piuttosto un ratto inquietante, che demolisce la aspettativa di una Vittorio Veneto che invertisse la sua decadenza.


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Michele Bastanzetti

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