"Profughi maltrattati", indagato anche Don Gigetto De Bortoli
Si parla di "violanzione di diritti umani": nel mirino cibo, alloggi, biancheria
VITTORIO VENETO - C'è anche don Gigetto De Bortoli, direttore del Ceis, tra i cinque indagati per maltrattamenti ai danni dei profughi ospitati presso la struttura di Serravalle. Gli operatori nel mirino dell'inchiesta avviata dalla Procura di Treviso sarebbero attivi sia all'interno del Ceis che della Cooperativa Integra, società che ha in appalto si servizio di accoglienza. Le accuse nei confronti dei cinque indagati sono di violazione dei diritti umani: nell'avviso di garanzia consegnato agli operatori coinvolti si parla di norme igieniche inadeguate, dai pasti somministrati, alla biancheria, agli alloggi dove i 110 ragazzi risiedono.
Mercoledì è stato effettuato un sopralluogo al Ceis da parte dei Carabinieiri di Vittorio Veneto e del Nas e gli esiti saranno depositati in Procura la prossima settimana. Prima di allora non si potrà decidere se adottare provvedimenti o meno. Non si tratta dunque di maltrattamenti e insulti, come trapelato inizialmente, ma sono i diritti umani dei ragazzi che - secondo l'accusa - sono stati violanti. Igene, pasti, biancheria e alloggi non sarebbero idonei a ospitare quei ragazzi.
Un sentimento di disagio era già stato manifestato l'11 febbraio scorso, quando un gruppo di profughi aveva bloccato la statale Alemagna chiedendo, soprattutto, documenti, ma lamentando anche la scarsità dei pasti e la non idoneità dei vestiti che erano costretti a mettersi addosso.
Il presidente del Ceis, don Gigetto De Bortoli, non teme comunque l'inchiesta. Anzi: si dice contento "che la procura Procura abbia deciso di indagare su quanto è successo e succede nel servizio di accoglienza dei Profughi a Vittorio Veneto. Finalmente si fa luce oggettiva a fronte di affermazioni – riportate dai media – e di una quantità enorme di dicerie contrapposte, che producono soltanto confusione". "Ho fiducia nell’indagine che sarà fatta - riferisce De Bortoli in una nota - e ho fiducia pure nella documentazione sul nostro operato, sempre svolto in stretto contatto, giornaliero, con la Prefettura".
Secondo il presidente del Ceis "L’effetto più negativo è per gli stessi Profughi ospitati, la cui presenza suscita posizioni ideologiche o morali, che comportano da una parte ostilità radicale alla loro presenza e dall’altra sostegno e tutela come se i Profughi fossero incapaci di intendere e volere, e non avessero una loro storia e i loro obiettivi".
"La verifica da parte dei Nas è ulteriore segno di apertura e trasparenza su quanto fatto, e anche se saranno rilevate delle criticità le stesse saranno affrontate in un’ottica di miglioramento. E ciò sarà garanzia per il presente e il futuro. L’incredibile e del tutto errata informazione ci ha dato stimolo di preparare con cura le controdeduzioni, affidate a un avvocato del Foro di Treviso, così che si arrivi quanto prima alla completa chiarificazione. A Serravalle - conclude De Bortoli - si sta facendo un’accoglienza del tutto specifica e che dovrebbe essere compresa e valorizzata: presenti addetti all’accoglienza sono figure professionali preparate e rispondenti ai requisiti necessari, che si alternano in turni di 24 ore su 24. La comunità di accoglienza presente si configura come comunità che accoglie un’altra comunità in esodo. Entrambe e a diversi livelli governate e gestite da operatori dedicati".