Zaia al 50%. Moretti al 22%, Berti 11%
Bassa affluenza. 10 punti in meno rispetto alle regionali del 2010
I CANDIDATI AL VOTO FOTOGALLERY
Ore 7.00 - Luca Zaia continua la sua marcia incontrastata mano a mano che si succedono le sezioni scrutinate per le elezioni regionali in Veneto. L'autentica novità, che emerge quando le sezioni toccano le 2372 su 4742, vale a dire quasi la metà dello scrutinio, è rappresentata dal candidato del Movimento Cinque Stelle Jacopo Berti che sale al terzo posto con l'11,7% scavalcando Flavio Tosi fermo al 10,8%. Tosi dovrà consolarsi con il risultato ottenuto nel Veronese dova ha incassato il 27% delle preferenze. L'ufficio stampa di Tosi alle 4,15 ha annunciato una conferenza stampa del sindaco di Verona alle 11,30 nella sede del suo comitato elettorale a Verona Sud.
Alessandra Moretti, candidata del Pd che si è già congratulata con Zaia per la vittoria elettorale, si attesta al 23,2% un risultato che se confermato sarebbe largamente inferiore alle aspettative per la 'renziana' ex parlamentare europea. Deludente per la Moretti anche il risultato ottenuto a Vicenza dove si attesta attorno al 20% contro un 57% di Luca Zaia.
Nei voti di lista il successo personale di Zaia è posizionato al 24,8%. Calo del Pd per ora si attesta al 17,4%. Nessun commento ancora si è avuto da parte del riconfermato presidente. Attardati rispetto ai quattro principali contendenti gli altri due candidati: Lucia Coletti Laura da 'L'Altro veneto' è all'1,8% mentre Alessio Morosin di Indipendenza Veneta è fermo all'1%.
Ore 23,20 - E' del 54% l'affluenza alle urne per le elezioni regionali. 10 punti in meno rispetto le precedenti regionali. Il Veneto rimane la regione con la maggior affluenza con il 56%
Ore 19,20 - E' del 39,24% l'affluenza alle urne per le elezioni regionali, rilevata alle ore 19 di oggi. Nelle precedenti omologhe si votò in due giorni. Il Veneto rimane la regione con la maggior affluenza con il 43,14%
Ore 12,20 - Operazioni di voto regolari finora in Veneto dove oltre 4 milioni di cittadini sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente della Regione e i sindaci di 34 Comuni, tra cui Venezia e Rovigo.
Alle 12 l'affluenza dei votanti è stata pari al 17,8%, in aumento di quasi 7 punti al dato delle Regionali 2010, 10,9%, quando però i seggi erano aperti due giorni. Complessivamente sono al lavoro 4.742 sezioni elettorali.
Il presidente Luca Zaia si è recato alle urne con la Moglie alle 13.05 alla scuola elementare San Francesco di San Vendemiano (foto).
Il comune della provincia di Treviso con la percentuale di voto più alta è Spresiano (24,6%) dove si vota anche per il rinnovo del comune. Fregona è invece il comune dove si è votato di meno. Si sono recati alle urne solo l'11,11% degli aventi diritto.
Si sono aperte alle 7 le urne per le elezioni regionali e amministrative. Sono chiamati al voto quasi 22 milioni di italiani. Si vota in 7 Regioni (Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia) e in oltre settecento Comuni, tra cui 17 città capoluogo. Per le città, dopo il voto ad Aosta Trento e Bolzano, i riflettori sono puntati su Venezia, da quasi un anno commissariata dopo le dimissioni del sindaco Giorgio Orsoni e lo scandalo Mose.
In provincia di Treviso sono chiamati al voto anche i cittadini di Castelfranco, Arcade, Spresiano e Vidor.
Alessandra Moretti ci spera ancora. Luca Zaia teme l'astensione, ma sente la vittoria a portata di mano. Poco più di 48 ore e il Pd saprà se alla prima candidata donna mai scesa in campo per la presidenza del Veneto riuscirà la 'mission impossible': strappare a Lega e Forza Italia la Regione più di centrodestra del Paese, che questa coalizione governa da 20 anni.
Della partita, con ruoli che verranno scritti dagli elettori, saranno anche l'ex leghista Flavio Tosi, che mette alla prova fuori da Verona la sua idea di nuovo soggetto del centrodestra, il pentastellato Jacopo Berti, l'indipendentista Alessio Morosin (Indipendenza Veneta), e l'ambientalista Laura di Lucia Coletti (L'Altro Veneto). Leggi i profili e le interviste ai candidati del Veneto
Una campagna lunghissima, entrata nel vivo già il 14 marzo, con l'annuncio della candidatura di Tosi, appena defenestrato dal Carroccio. E che non ha risparmiato spunti di cronaca: dalle 'baruffe' tra Tosi e Zaia sui conti e i numeri della sanità, al coinvolgimento perfino della Chiesa: il caso più chiacchierato è stato quello dell'endorsement del vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, a favore di una candidata leghista nella lista Zaia, con tanto di mail mandata agli insegnanti di religione. L'epilogo c'è stato ieri sera, con un un litigio in diretta tv tra il vescovo e il suo portavoce, don Bruno Fasani, che non aveva condiviso l'iniziativa del prelato ed ha annunciato davanti alle telecamere le sue dimissioni.
I temi veri delle regionali, la sanità, i costi dei consiglieri, le infrastrutture, il rilancio dell'economia veneta e il sostegno a famiglie schiacciate dalla crisi, sono stati presto 'coperti' dall'attualità nazionale. Così spesso sono stati i barconi dei migranti, e le previsioni sul risultato finale della regionali a dominare il dibattito.
Moretti ha dovuto guardarsi dai pronostici, e dal fuoco 'amico' - 'finirà 6-1' era stata la battuta di Matteo Renzi, lasciando immaginare la sconfitta in Veneto. "Si può anche annullare la scheda" aveva aggiunto Susanna Camusso - E' però arrivata alla fine della campagna con una grinta inaspettata, dopo aver visitato tutti i 579 comuni della regione. Nel giorno che precede il silenzio elettorale si è mostrata ancora agguerrita: "Il pronostico delle regionali? 7-0, e il Veneto per noi sarà il golden gol". Non si nasconde però che l'impresa è titanica.
Luca Zaia, che ha attraversato tutte le 'Leghe' (e rispettivi segretari) dell'ultimo decennio, ha giocato abilmente il ruolo di governatore uscente e candidato. Salvini ha puntato forte su di lui, vivendo praticamente gli ultimi due mesi in Veneto, alzando il tono - oggi sui rom, domani sull'immigrazione - per cercare di fare il pieno di voti leghisti. Zaia si è tenuto lontano dalla bagarre, talvolta evitando di incrociare i guantoni con gli avversari. Nel 2010 Bossi lo impose a Berlusconi - che sacrificò Giancarlo Galan - e Zaia portò a casa un risultato storico, il 60% di voti personali. Da allora Forza Italia è scesa molto in Veneto, la Lega no. Il voto di domenica dirà molto anche sui rapporti di forza nel centrodestra.
VENEZIA - Altra sfida importante, ma a livello comunale, sarà quella che riguarderà il comune di Venezia, commissariato dopo l'arresto di Giorgio Orsoni a giugno del 2014 per lo scandalo Mose. La lista dei candidati comprende: Gian Angelo Bellati (Lega e civiche), Mario d'Elia (Movimento per l'autonomia), Francesca Zaccariotto (ex presidente provincia Venezia uscita da Lega con civica 'Veneziadomani'), Camilla Seibezzi (Civica 'Noi la città'), Felice Casson, vincitore delle primarie del centrosinistra (sua civica, Pd, Psi e altre aree sinistra e centro), Luigi Brugnaro (sua Civica, Fi, Area Popolare al altre civiche), Davide Scano (M5s), Giampietro Pizzo ('Veneziacambia'), Alessandro Busetto (Pcdl).