Leonardo Muraro escluso dal Consiglio Regionale
La Corte d'appello riassegna i seggi dopo le contestazioni
VENEZIA - Non Eletto: si chiude così, con la pronuncia della Corte d'Appello di Venezia e la comunicazione in Regione dei candidati che hanno ottenuto un seggio in Consiglio, la vicenda che ha visto coinvolto il Presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro. Come si ricorderà, il politico moglianese aveva scelto di abbandonare la Lega Nord dopo anni di militanza attiva e di seguire l'amico Flavio Tosi nella corsa a Palazzo Ferro Fini, dopo l'espulsione di quest'ultimo a seguito dei ben noti contrasti con la linea del segretario federale Matteo Salvini.
Ebbene, candidato capolista nella compagine principale della coalizione del sindaco di Verona, Muraro aveva portato al tosiano mulino solo 1755 voti, un risultato giudicato deludente, se consideriamo il profilo di un amministratore in procinto di ultimare il suo secondo mandato consecutivo alla guida di una Provincia. Oltretutto la stessa lista Razza Piave-Veneto Stato Confederale portata in dote nella corsa per le regionali stante la titolarità del simbolo in capo a lui e al suo assessore Mirko Lorenzon e che, dato l'exploit delle provinciali 2011 aveva fatto ben sperare alla vigilia della tornata, almeno nel territorio del fiume sacro alla patria, aveva registrato un tenace arretramento che la inchiodava ad un poco lusinghiero 0,36%, questo a testimoniare che non vi era stato un qualche travaso di voti.
In un primo momento, ad ogni modo, il Presidente della Provincia era risultato eletto ma, la pioggia di ricorsi che hanno denunciato in queste settimane le anomalie interpretative di una legge elettorale veneta piuttosto ambigua e imperfetta, in particolare in relazione ad un riparto dei seggi che aveva favorito candidati dal risultato elettorale anche molto modesto a veri e propri corsari delle preferenze come nel caso del padovano Zorzato, unitamente alla contestazione di ben 23.000 schede, hanno condotto alle novità di oggi: fuori, dunque, Muraro e dentro il sindaco di Oderzo, il civico Dalla Libera che aveva sostenuto Alessandra Moretti nella lista degli amministratori. Al beffato Presidente la magra consolazione di essere in buona compagnia: salutano il Consiglio Regionale ancor prima dell'insediamento anche Alessandra Buzzo (Veneto Civico, espressione degli autonomisti bellunesi), Tiberio Businaro (Zaia Presidente), Massimo Mancini (Area Popolare), Ilaria Padoan (Indipendenza Noi Veneto) e Massimiliano Barison (Forza Italia). Subentrano l'indipendentista Franco Roccon, il forzista Otello Bergamo, Gabriele Michieletto della lista Zaia Presidente, il già Assessore regionale all'Ambiente Maurizio Conte (Lista Tosi) e il Vice Presidente della Giunta Regionale uscente, Marino Zorzato, coordinatore veneto del Nuovo Centro-Destra.
Prima delle elezioni il gruppo della Lega Nord, consapevole dell'imminente elezione di Muraro, aveva espresso l'intenzione di non avanzare mozioni di sfiducia avverso l'attuale giunta, malgrado l'abbandono del partito da parte del Presidente, abbandono invero piuttosto sofferto a contare la serie di dichiarazioni contrastanti dello stesso sulla permanenza nella Lega e poi sull'abbandono per la via tosiana. Al tempo la posizione del capogruppo del carroccio aveva trovato una giustificazione anche nel desiderio di evitare un commissariamento dell'ente che ne avrebbe paralizzato o comunque reso meno fluido il funzionamento. Ora lo scenario, con la permanenza a Sant'Artemio di Muraro, ha subito una interessante variazione. Non resta che attendere i prossimi giorni per saggiare la posizione dei consiglieri di maggioranza. Ciò che è certo è che, se la notizia trovasse conferma così come appare in queste ore, alla naturale scadenza del mandato nel 2016, non essendo in programma tornate elettorali per altri enti, Leonardo Muraro dovrà lasciare l'amministrazione della cosa pubblica tornando al suo impiego ordinario nell'Enel.