I sindaci Pd del trevigiano analizzano la debacle alle ultime elezioni
CASIER - L'errore nella scelta dei candidati nelle due ultime tornate elettorali regionali, la zavorra di correnti e personalismi, l'astensionismo che si annida dentro lo stesso Partito Democratico al punto che uno dei sindaci ha ammesso di non essere andato per la prima volta a votare, il 31 maggio scorso, dopo 40 anni.
Sono alcuni dei punti affrontati oggi dai primi cittadini del Pd della provincia di Treviso nel corso di un incontro che si è svolto a Casier ed al quale hanno partecipato quasi nella totalità, compreso il sindaco di Treviso, Giovanni Manildo, e convocato per analizzare la debacle alle ultime elezioni regionali ed elaborare dei percorsi nuovi che partano dalle municipalità.
L'incontro, dal titolo "Dai municipi al Veneto di domani", è stato introdotto da una relazione sulle tendenze politiche regionali e nazionali, esaminate con riferimento non tanto alle province ma ai distretti industriali, condotta da Marco Almagisti, docente di scienza politica all'università di Padova. Dal rapporto è emerso, in particolare, come, con l'affermazione di soggetti nuovi come il Movimento 5 Stelle, nessuna forza politica possa più contare su ambiti elettorali territoriali o sociali certi o almeno affidabili.
Fra le fragilità del Pd a livello provinciale sono state stigmatizzate da più parti le conseguenze del gioco delle correnti, rappresentate da parlamentari locali "i cui balletti ed il cui presenzialismo hanno nuociuto alla campagna elettorale". Altri elementi che hanno focalizzato il confronto sono stati il progetto di Veneto futuro assente, o non trasmesso, dalla candidata a Palazzo Balbi, Alessandra Moretti, e la mancanza, nella compilazione delle liste, di rappresentanti di settori nevralgici come il mondo delle partite Iva.