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21 ottobre 2024

Treviso

Protesta choc in piazza a Treviso: corpi insanguinati per denunciare la crisi climatica

Sabato pomeriggio, in Piazza Indipendenza, attivisti di Extinction Rebellion hanno versato sangue (finto) per simboleggiare la responsabilità del potere politico ed economico nella distruzione del clima e del futuro

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Extinction Rebellion

TREVISO – Ieri, nel pomeriggio, un gruppo di attivisti di Extinction Rebellion si sono dati appuntamento in Piazza Indipendenza e cosparsi di liquido rosso sangue per lanciare un messaggio forte alla politica e alla città: “la crisi climatica è una questione di vita o di morte”. L’azione intitolata “il sangue dei nostri figli” ha un forte impatto emotivo. Alcune persone vestite di nero, simboli dei potenti dei governi e dell’economia, hanno cosparso il “sangue” su altre persone inermi: "Simboli di tutti coloro che invece subiscono e subiranno sempre di più gli effetti della crisi climatica se non verranno prese al più presto le misure necessarie per la riduzione delle emissioni – spiegano da Extinction Rebellion, quindi Erica, una delle attiviste afferma -. Con questa azione vogliamo rendere visibile in maniera forte ed emotiva, la gravità della crisi climatica. Il sangue simboleggia la morte delle giovani generazioni, il futuro invivibile che dovranno affrontare a causa delle scelte passate e dell'inazione di chi oggi detiene il potere politico ed economico, impersonato dalle figure vestite di nero". Gli attivisti hanno avuto cura di proteggere gli spazi pubblici, stendendo dei teli dove il liquido rosso è stato versato.

Per spiegare i motivi della protesta ai passanti, gli attivisti hanno distribuito dei volantini con i dati scientifici sul cambiamento climatico e le sue conseguenze tratti dall’ultimo rapporto IPCC, il panel sui cambiamenti climatici dell’ONU. “In questi giorni, ricordiamo la tragedia avvenuta un anno fa, quando il crollo di un seracco del ghiacciaio della Marmolada, causato dalle temperature eccezionalmente alte anche per la stagione estiva, è costato la vita a 11 persone. Inoltre, negli ultimi due anni, abbiamo vissuto una prolungata siccità seguita da forti precipitazioni: in pochi giorni è caduta l’acqua che normalmente si riversa nell’arco di mesi – proseguono -. Per questa volta il nostro territorio è stato risparmiato dal disastro, ma non è andata altrettanto bene ai vicini dell’Emilia-Romagna. Sono passati meno di due mesi dall’alluvione e tutti sembrano aver già rimosso, come se la tragedia fosse diventata la nuova normalità. Il rischio idro-geologico riguarda anche il territorio veneto e trevigiano. Il Veneto è la seconda regione d’Italia per il consumo del suolo e Treviso è interessata da progetti che potrebbero portare altro cemento, come la costruzione del Maxi Polo della logistica nella vicina Casale”.

La protesta che si è tenuta ieri a Treviso arriva a una settimana esatta dalle azioni che Extinction Rebellion ha fatto lo scorso fine settimana a Venezia e Genova. Durante quest'ultima, in particolare, uno grande striscione con la scritta "Estinzione powered by ENI" è stato calato dal ponte Monumentale di Genova per contestare la sponsorizzazione targata ENI, azienda che continua a investire miliardi nel fossile, della Dance Parade organizzata dal Comune. Extinction Rebellion, che è presente in una ventina di città italiane, chiede a chi governa di contrastare con l'urgenza e l'efficacia necessarie la crisi climatica. “Gli effetti sono ormai una realtà anche nel nostro paese, con eventi estremi sempre più frequenti e sempre più impattanti – affermano gli attivisti -: due anni di siccità, che hanno messo in ginocchio l'agricoltura, e tragedie che hanno provocato morti e danni a infrastrutture e attività economiche. Solo negli ultimi dieci mesi si sono verificati il crollo del ghiacciaio della Marmolada in luglio (11 morti), l'alluvione nelle Marche in settembre (12 morti, 2 miliardi di euro di danni), la frana a Ischia in novembre (12 morti, 230 sfollati, 30 case distrutte). Per arrivare alle due alluvioni in Emilia di maggio (14 morti, 40mila sfollati, 9 miliardi di euro di danni) che hanno così duramente colpito quei territori”.

Extinction Rebellion punta quindi il dito verso il mondo della politica oltre che su quello economico: “Il Governo Meloni, tuttavia, anziché investire in rinnovabili, sta puntando tutto sul metano, con l'obiettivo dichiarato di trasformare l'Italia in uno hub del gas. Questo nonostante i consumi di gas in Italia siano in calo, avendo raggiunto il picco nel 2005, e in contrasto con gli obiettivi di aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili. Miliardi del PNRR finanziato dal fondo Next Generation EU verranno investiti in nuove infrastrutture, come navi gasiere e gasdotti,che saranno operative tra cinque o dieci anni, e avranno una vita attiva di una ventina d’anni – aggiungono, quindi Alice, un’altra attivista presente in piazza afferma -: La domanda di gas continuerà a calare, ma l'Italia sta congelando nel gas miliardi di investimenti. La crisi ambientale sta già uccidendo, in Italia e nel Sud del mondo ed è necessaria una reale azione radicale da parte di tutte le nazioni, per evitare che continui a peggiorare".
 



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