REFERENDUM ACQUA PUBBLICA: UN SUCCESSO LA RACCOLTA FIRME
Ora i comitati e i partiti di sinistra continueranno la loro battaglia per contrastare gli interessi privati di pochi a scapito della collettività
| Laura Tuveri |
TREVISO - La campagna per la raccolta delle firme, promossa da “Acquabenecomune”, per i tre referendum per l’acqua pubblica è andata benissimo. Si è realizzato il record della più alta quantità di firme per chiedere un referendum nella storia della Repubblica: hanno firmato 1 milione 400 mila cittadini.
Lo rende noto Luca De Marco (nella foto), coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia Libertà e consigliere provinciale. “Questo straordinario successo– ha detto il coordinatore di Sel - è dovuto certamente alla particolare sensibilità che il tema trova tra i cittadini, ma anche alla particolare combinazione dei promotori che si sono attivati per organizzare la raccolta.
Dentro il comitato promotore stanno infatti una quantità di gruppi e movimenti che da tempo si occupano del tema (ricordiamo che il movimento per l’acqua ha già raccolto le firme e depositato una proposta di legge di iniziativa popolare sulla gestione dell’acqua), e di organizzazioni nazionali e locali: sindacati, associazioni ambientaliste, gruppi e organizzazioni cattoliche”.
E dentro il comitato di sostegno – sottolinea De Marco - ci sono tutti i partiti della sinistra (Sinistra Ecologia Libertà, Federazione della Sinistra, Verdi) che hanno partecipato e contribuito fortemente alla campagna senza sventolare le proprie sigle ma lavorando alla pari con gli altri soggetti per raggiungere il risultato.
“Si è trattato di una compagnia eterogenea per ispirazione, storia, linguaggi, modalità organizzative, e che anche per questo ha funzionato ed è riuscita a produrre mobilitazione e consenso. Un’esperienza importante di attivazione civica e democratica che rappresenta un segnale in controtendenza rispetto all’andazzo generale e costituisce un importante patrimonio democratico e civile” ha detto De Marco.
Il coordinatore di Sinistra ecologia e Libertà sottolinea che di questo “travolgente successo” colpisce la totale chiusura e insensibilità del Governo che lo scorso 22 luglio ha approvato lo schema di regolamento attuativo della norma approvata a novembre con il voto di fiducia, ovvero la Legge Ronchi che impone la privatizzazione della gestione dell’acqua.
“Correttezza avrebbe voluto – sottolinea De Marco - che di fronte all’ondata di firme che chiedono che l’acqua sia un bene comune sottratto alle logiche del profitto, si fosse sospeso l’iter della norma in attesa dell’espressione della volontà dei cittadini con il referendum. Invece il regolamento attuativo conferma pienamente la volontà del Governo di procedere a tappe forzate verso la privatizzazione.
Nel documento si riafferma la tempistica: entro la fine del prossimo anno le società a capitale interamente pubblico che hanno il servizio affidato in house, come è il caso della realtà trevigiana, devono obbligatoriamente cedere la gestione e il 40% della società ad un altro soggetto”.
L’esponente di Sel sottolinea anche il fatto che nel caso le amministrazioni locali volessero continuare la gestione a controllo pubblico, dovrebbero chiedere una sorta di deroga all’Autorità per la concorrenza, svolgere un indagine di mercato e dimostrare che il servizio non sarebbe redditizio per i privati, che la gestione pubblica pratica tariffe inferiori alla media del settore, con costi di funzionamento inferiori alla media di settore, e con bilanci in attivo da anni: in pratica, casi eccezionalissimi.
Ciò fa ancora più specie in quanto l’Italia è stata tra i paesi che hanno approvato mercoledì sorso, all’assemblea dell’Onu, la mozione promossa dal governo boliviano che riconosce nel diritto all’acqua potabile e pulita “un diritto fondamentale, essenziale per il pieno esercizio del diritto alla vita di tutti gli esseri umani”. La stessa sensibilità non ha dimostrato il governo sul fronte interno.
Il comitato per il no al referendum si è già costituito e vede assieme esponenti politici del Pd e del Pdl, uniti nel sostenere la causa della privatizzazione. “Il Governo e il fronte confindustriale si prendono avanti e hanno già iniziato la campagna elettorale, per sostenere che la privatizzazione è tutta una menzogna della sinistra. Questo sottolinea De Marco perché attorno all’acqua c’è un giro d’affari spaventoso, e che fa gola a molti.
“Il movimento che ha fin qui raggiunto il grande risultato della raccolta di firme deve dunque restare in campo e rafforzarsi, contrastare la campagna che i poteri forti scateneranno e trovare nuove alleanze per convincere gli elettori che questa volta il referendum può cambiare qualcosa, sia nel concreto della difesa di un bene comune da logiche predatorie, sia nell’avanzamento di una cultura più avanzata del rapporto tra democrazia, mercato e diritti dei cittadini” ha concluso De Marco.