Susegana - Non è ancora chiusa la vertenza all'Electrolux. Il referendum tra i lavoratori dello stabilimento di Susegana ha approvato l'accordo sottoscritto tra sindacati e azienda, che prevede la riorganizzazione della sede trevigiana del gruppo (sono stati calcolati 300 esuberi) senza licenziamenti ma attraverso il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, alla mobilità e la trasformazione di alcuni contratti di lavoro in part-time.

Al voto referendario hanno partecipato 1.313 lavoratori su 1.593 aventi diritto. Hanno espresso la loro preferenza in 855: 802 si, 48 no, 3 schede bianche e due nulle. Con questo voto i lavoratori hanno concesso il loro nulla osta al piano industriale di gruppo. In pratica hanno dato fiducia al gruppo dirigente aziendale che ha disegnato e firmato il piano di riorganizzazione.

Ma la questione non è ancora conclusa: sindacati e RSU si presenteranno al Ministero del lavoro per chiedere maggiori garanzie per le prospettive di Electrolux in Italia.

“Gli accordi si scrivono e si firmano– commenta Franco Buran, segretario generale Fim-Cisl Treviso - ma il vero banco di prova è la loro applicazione e la gestione. Ai dirigenti dovremo chiedere rigore e coerenza sulle cose che si sono impegnati a realizzare in termini di rilancio industriale, più che mai per lo stabilimento di Susegana che è stato colpito dagli esuberi".

Secondo l'accordo Electrolux , infatti, a Susegana dovrebbero essere investiti  35 milioni per trasformare lo stabilimento in polo di progettazione e produzione del freddo.

Secondo Buran della Cisl il voto favorevole dei lavoratori "è un risultato che premia coloro che hanno allontanato, in otto mesi di trattativa, le tentazioni e le pressioni di chi aveva interessi a dividere lavoratori e stabilimenti. Anche in una fase congiunturale assolutamente negativa , la qualità degli accordi la si raggiunge tenendo i lavoratori uniti”.