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19 luglio 2024

Vittorio Veneto

Il respiro delle pietre e la noncuranza degli ingrati

Continua lo sfacelo della tomba della Medaglia d’Argento Emma Tandura

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

emma tandura vittorio veneto

VITTORIO VENETO - Anche le pietre, a modo loro, respirano. Ce l’hanno insegnato i geologi che con sempre maggior allarme spiegano i continui crolli nelle nostre Dolomiti. Tra i fattori in gioco il famigerato innalzamento delle temperature e dello zero termico, che agiscono in vari modi. Le rocce, durante l’insolazione diurna, si arroventano con conseguente lieve dilatazione. Durante il refrigerio notturno, o violente burrasche, si contraggono. La montagna come organismo vivente; un polmone a due tempi quotidiani; si dilata e si contrare; inspira ed espira. Questa continua azione crepa e destabilizza le pareti.

 

Visto che ogni pietra subisce identica dinamica, la comparazione non sia irriguardosa, si presume essa si verifichi anche sui marmi dei cimiteri. Almeno, vien da pensarlo di fronte alla tomba di Emma Tandura, camposanto di Sant’ Andrea, vecchio muro recinzione sud. Emma (1888-1960), sorella del celebrato eroe Alessandro, è una delle sole 32 donne italiane che ricevettero una Med. d’Argento V. M. per meriti nella grande guerra. Una eroica vittoriese spesso taciuta (discriminazione di genere tra i medagliati?) anche nelle celebrazioni di quella pagina che ha reso a Vittorio Veneto fama ed onori tali da esser presente, con migliaia d’esempi, nella toponomastica nazionale. Da molti anni la sua tomba, vane le ripetute segnalazioni, è in condizioni di penoso sfacelo. La torrida estate ‘23, e così mi riallaccio al preambolo, ha causato simultaneo distacco di diverse lettere della lapide rendendola illeggibile.

Il fatto induce sommessa mestizia. Non solo perché dimostra assieme ad altri indicatori che il culto dei defunti, da sempre considerato metro di civiltà, è in costante involuzione. Ma anche perché è ennesimo esempio di come la nostra comunità, primariamente chi la gestisce, abbia poca gratitudine ed infima attenzione per molte preziose tessere che, in quanto individui-fatti-vestigia materiali, compongono l’originale mosaico della nostra identità cittadina. Una comunità che lascia decadere il suo passato, che non sa da dove viene… non sa neppure chi è né dove vuole andare. Vive alla giornata, umoralmente.

 



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Michele Bastanzetti

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