Rimane incinta durante i tre mesi di prova, viene licenziata con un messaggio su whatsapp
L'azienda dovrà sborsare 13mila euro a titolo di risarcimento
Il tribunale del lavoro di Brindisi ha recentemente emesso una sentenza che riconosce il licenziamento di una lavoratrice durante il suo periodo di prova come discriminatorio, a seguito della sua gravidanza.
La donna, impiegata presso una cooperativa, aveva comunicato la sua condizione richiedendo un adeguamento dei turni lavorativi. Il giorno successivo, ricevette un messaggio su WhatsApp che la informava del suo licenziamento per presunto mancato superamento del periodo di prova. La lavoratrice ha intrapreso azioni legali, assistita dai suoi avvocati, sostenendo che il licenziamento era ingiustificato e discriminatorio.
Il giudice ha accolto le argomentazioni della difesa, evidenziando che la cooperativa era a conoscenza della gravidanza e che non vi erano motivazioni valide per il licenziamento. Di conseguenza, è stato ordinato un risarcimento di 13mila euro per il danno subito dalla lavoratrice.Questa decisione giuridica si inserisce in un contesto normativo che tutela le lavoratrici in gravidanza, vietando il licenziamento e altre forme di discriminazione
Il caso ha rilevanza non solo per la donna coinvolta ma anche come simbolo della lotta contro la discriminazione in gravidanza, un problema ancora diffuso nonostante le protezioni legali esistenti.