Rubano le bici all'assessore veneto Elena Donazzan. Lei insegue il ladro, recupera il maltolto e si sfoga su Facebook
| Chiara Rover |
L'avventura capitata nella notte tra mercoledì e giovedì a Elena Donazzan, assessore regionale a lavoro, formazione, istruzione, esponente di Forza Italia, e al fidanzato di lei, Vittorio Pesaro, ha portato a un vero e proprio delirio sul web: il doppio "sfogo" sul profilo Facebook della donna ha scatenato una vera e propria tempesta di commenti e visualizzazioni.
Ecco in sintesi l'accaduto. Mercoledì, in tarda serata, la Donazzan e il compagno, in vacanza a San Remo, sono usciti da un ristorante e si sono resi conto che le loro due bici, che si erano premurati di chiudere con il lucchetto, erano scomparse. Di lì la decisione di intraprendere una vera e propria caccia a ladro, conclusasi con il ritrovamento delle due biciclette in mezzo a una folla di magrebini.
«Ho riconosciuto la mia bici sopra un magrebino di m… - ha scritto l'assessore all'1 di notte - Lo blocco, scappa e io come una pazza urlo che il bastardo l'avevo individuato. Il patriota Vittorio inforca la mia bici, becca tre magrebini, si fa giustizia da solo e riporta a casa anche la sua bici. Magreb 0, Italia 2 (le nostre biciclette recuperate)…Viva l'Italia e gli italiani che non piegano la testa». Su Facebook scopa il polverone.
«Credo che Elena Donazzan dovrebbe riflettere sulle parole usate durante il suo sfogo e scusarsi per aver generalizzato e incriminato un intero popolo per un singolo episodio», ha commentato Alessandra Moretti. «Passi una frase infelice, ma questo è un intero proclama che mette in imbarazzo l'istituzione veneta…Da una donna ci si aspetterebbe un linguaggio meno da caserma: certe espressioni fanno chinare il capo. Dalla vergogna».
A concordare con la Moretti è Jacopo Berti, capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle: «Ognuno sulla propria pagina Facebook è libero di esprimersi come meglio crede. Ma da un assessore all'istruzione, che dovrebbe essere un riferimento per studenti e docenti, ci si aspetterebbe un linguaggio più consono».
Per placare le acque, ieri la Donazzan, con un secondo post, ha corretto un po' il tiro: «Alle anime belle che si scandalizzano per il linguaggio, voglio solo dire che ero molto, molto arrabbiata…Non ho generalizzato, la frase "magrebino di m…" era chiaramente riferita al ladro. Bastardo è chiunque rubi le cose di altri».
«Quello della Donazzan è stato semplicemente uno scatto d'ira - ha dichiarato Luca Zaia - Alessandra sa perfettamente che i delinquenti sono tutti uguali, a prescindere dalla nazionalità».