Sandro, Marisa, Vincenzo e Irma, trecento anni in quattro: le loro vite diventano uno spettacolo teatrale
Lo spettacolo di Renata Ciaravino, promosso dalla CGIL e dallo SPI CGIL, sarà ospitato alle ore 15 all’Auditorium Palafenderl
VITTORIO VENETO - Corpi pieni di macchie, rughe, con parrucchini e bigodini, cicatrici, con le dita storte dall’artrosi. Corpi che raccontano il proprio vissuto. Corpi che non smettono però di ballare, cadere e rialzarsi, mossi da un desiderio inarrestabile, da quel fanciullino interiore dentro a ciascuno. Sono i danzatori e le danzatrici delle balere, anziani e anziane, intervistati da Renata Ciaravino che – grazie al sostegno e contributo della CGIL e del Sindacato dei Pensionati SPI CGIL di Treviso – domenica 10 aprile alle ore 15 porta in scena all’Auditorium Palafenderl di Vittorio Veneto ‘Il Fanciullino’.
Il testo di Renata Ciaravino, che ha curato le interviste e anche la regia dello spettacolo, sarà recitato dalla compagnia teatrale Dionisi. “Ci sono voluti tre anni ai bordi delle balere a guardare i vecchi ballare. Ballavano, mi parlavano d’amore, facevano acrobazie, civettavano, si dimenavano come tori con la banderilla conficcata nel collo. All’inizio non capivo. Tu vuoi parlare del passato ma noi vogliamo ballare, mi dicevano. E mentre li guardavo ballare, vedevo i bambini che erano stati, con le scarpe di cartone che si scioglievano sotto la pioggia, a giocare in mezzo alle macerie del secondo dopoguerra, a lavorare già giovanissimi. Da questi incontri è nato un testo teatrale – spiega l’autrice – in cui a Capodanno, in balera, con un paio di bottiglie di spumante, Sandro, Marisa, Vincenzo e Irma (trecento anni in quattro) raccontano le storie che hanno segnato la loro esistenza, ma anche i loro progetti per il futuro, l’amore, il sesso, la felicità. Il tutto mentre nell’aria si diffonde la musica di una vita: tango, mazurka, balli di gruppo”.
Poi è arrivato il Covid e molti degli intervistati se li è portati via. Per questo ‘Il Fanciullino’ oggi è anche un caro saluto, quel saluto che a loro non si è potuto dare. “Abbiamo fortemente voluto portare questo spettacolo a Vittorio Veneto – dice Loris Dottor dello SPI CGIL di Treviso –, perché questo testo parla degli anziani che siamo, senza vergogna, con dignità e senza paura di tirar fuori quel fanciullino che abbiamo dentro, da sempre. E che ancora si agita e scalpita, non solo nelle balere ma nella vita stessa delle nostre famiglie e delle nostre comunità”. Lo spettacolo vede i patrocini della Città di Vittorio Veneto, dei Comuni di Colle Umberto, Tarzo, Sarmede, Revine Lago, Fregona, Cordignano, Cappella Maggiore e di Casa Amica Onlus di Fregona. Con Renato Avallone, Camilla Barbarito, Laura Pozone, Alessandro Sampaoli e con la partecipazione di Nadia Lapaine e Claudio De Conti. Organizzazione a cura di Fabrizia Mutti. Hanno collaborato alle interviste: Marianna Esposito, Ramona Linzola, Chiara Martucci, Giada Ulivi. OT