SCUOLA, LA RABBIA DEI PRECARI
A Treviso sono oltre 1200 e non tutti quest'anno troveranno una cattedra
| Laura Tuveri |
TREVISO - “Ore 5 del mattino, seconda notte in bianco. L'incubo di un posto di lavoro che non arriva continua, ma nessuno, neppure i giornali locali, sembrano accorgersi di nulla”. Comincia così la lettera inviata in redazione da Claudia Chitè, una degli oltre 1.200 precari della scuola che alla fine di ogni anno scolastico si chiede se il prossim’anno scolastico tornerà in cattedra.
C’era concitazione e delusione stamane, mercoledì 31 agosto, all'istituto Fermi di Treviso per le nomine a tempo determinato dei docenti delle scuole materne ed elementari. Prima di tutto perché gli insegnati non sapevano se avrebbero ricevuto un incarico annuale, poi per la disorganizzazione con cui è stato preparato l’appuntamento odierno. E se giovedì scorso oltre mille persone fra docenti personale ata e bidelli, sono entrati di ruolo, dopo anni di precariato, i sindacati, presenti oggi alla scuola trevigiana, restano sempre molto preoccupati per il futuro di tanti insegnanti di tutti gli ordini e grado e peri i continui tagli alla scuola che oltre a creare disoccupati non consentono di offrire la qualità del servizio di un tempo.
Come Claudia oggi abbiamo incontrato altre docenti arrabbiate e preoccupare che non vedono davanti a sé un futuro dignitoso, che può essere costruito solo grazie ad un lavoro garantito. “Oggi come può constatare situazione caotica. Ancora una volta l’amministrazione scolastica non è stata tempestiva nell’organizzare la distribuzione delle nomine. A questo si aggiunge il problema di docenti che ricevono un incarico di poche ore settimanali, anche solo 6, e che devono affrontare alte spese di spostamenti perché trovano disponibilità di lavoro in scuole distanti dal luogo di residenza. Alcuni di loro rinunciano, ma noni consigliamo di accettare per cumulare punteggio. E’ una situazione difficile e comprendiamo ci si trova a dover rinunciare” ha detto un esponete della Cisl scuola.
Ermanno Rambaldi, ex segretario Flc della Cgil definisce la situazione particolarmente grave, sia per i tagli decisi dal Governo che in tre anni vedono tagliati 1500 posti di lavoro, sia per le modalità di assegnazione delle cattedre.
"Il ministro Gelmini ha imposto che le operazioni di nomina dovessero avvenire entro fine agosto sia per la nomina in ruolo, sia per i precari incrementando gli errori e la difficoltà a correggerli. Poi la dirigente scolastica regionale ha emanato la disposizione sulle nomine il 29 sera, mentre avrebbe potuto farlo con 15 giorni di anticipo. Tutti i sindacati questa volta per fortuna tutti uniti, abbiamo chiesto che il personale venga convocato per l’assegnazione solo dopo che è stato pubblicato la disponibilità”.
Tutte queste persone riusciranno a trovare un incarico anche per quest’anno? “Purtroppo no – afferma l’esponente della Cgil – perché rispetto allo scorso anno coi tagli che proseguiranno mascherati dai tagli anche il prossimo anno, abbiamo 45 insegnanti di ruolo delle elementari in esubero che vengono impiegati al posto dei precari”.
P.P. 36enne, insegnante di scuole elementari residente a Preganziol, precaria da 7 anni è esasperata. Ha ricevuto fino ad ora sempre un incarico dal 31 agosto fino al 30 giugno, ma quest’anno non sono rientrata nell’elenco delle nomine. Come si vive da precari? “Decisamente male perché non c’è certezza di nulla. Noi insegnanti cambiamo sempre scuola, ma il problema è anche per i bambini che si vedono cambiare docente ogni anni, senza continuità formativa. E’ una cosa scandalosa. Spero di riuscire ad avere qualche supplenza, o se riuscirò a rientrare in graduatoria. Conosco colleghi precari anche da 18 anni. A Treviso siamo riusciti sempre a lavorare e questo e importante, anche se il ruolo non arriva. Speriamo di poterlo fare anche quest’anno, ma i tagli sono sempre più pesanti".
Adriana Bortoluzzi, 40 anni, insegnante alla scuola materna. Insegna dal 1992. Nel 2000 è passata nella scuola pubblica. “Ogni anni si presenta questa modalità allucinante di reclutamento. Col 30 di giugno noi siamo praticamente in balia degli eventi. Abbiamo mandato anche lettere ai sindacati che davanti ai giornalisti fanno vedere di interessarsi agli insegnanti, ma di fatto dal primo di luglio, a parte la Cgil, gli altri non ci hanno risposto. Non ci sentiamo tutelati. Dovrebbero interessarsi di noi durante l’estate, ormai i primi di settembre è già tardi. Quest’anno non è detto che riusciremo a lavorare tutti".
Come altra testimonianza di seguito pubblichiamo integralmente il testo della lettera di Claudia Chitè.
“Ore 5 del mattino, seconda notte in bianco!!!! L'incubo di un posto di lavoro che non arriva continua, ma nessuno, neppure i giornali locali, sembrano accorgersi di nulla. Oggi 31 agosto ore 11.30 nomine all'istituto Fermi (se ce ne saranno mai) per i contratti a tempo determinato nelle scuole primarie. Ma nessuno, ancora a quest'ora, da parte del CSA ancora ci fa capire che disponibilità ci possono essere per le scelte dei posti dove poter andare a lavorare. Noi precari delle scuole (soprattutto della primaria) non abbiamo diritto ad un futuro, neppure se precario!
Loro vogliono la scuola di qualità, il nostro impegno, la nostra completa disponibilità a tutto: orari, mobilità, creatività, competenza,............... Ma il Ministero e l'ufficio scolastico provinciale di Treviso tra poco ci chiederanno pure il sangue, ma per il resto del mondo tutto va bene e tutto tace.......... Nessuno si accorge se nel cuore della notte rinviano le convocazioni (vedi sito del CSA di Treviso, al 29 agosto) nella stessa giornata delle nomine, incuranti se ci possa essere qualcuno che non ha la possibilità di passare la notte in bianco davanti ad un computer e magari si presenterà con figli che non sa dove lasciare. Tanto i precari della scuola primaria non hanno diritto a pensare alla famiglia.
Nessuno si accorge che quest'anno, per la prima volta, i "fortunati" che hanno diritto di presentarsi alle convocazioni per la scuola primaria sono solo 200 su oltre 700 in graduatoria. Nessuno si accorge che nelle scuole primarie le classi sono sempre più piene di bambini spesso anche problematici e sempre più vuoti di insegnanti! Tanto poi ci si rifà con qualche servizietto giornalistico fatto il primo giorno di scuola davanti a bambinetti sorridenti che ancora non sanno quanto malata è la scuola.
Nessuno si interessa di sapere quanti male fa questa situazione ai bambini che nelle classi sono sempre più abbandonati a se stessi e lasciati nell'ignoranza latente; nessuno si interessa di sapere che anche l'insegnante più motivato sta gettando la spugna e comincia a far pagare la propria frustrazione sulla qualità della scuola, nessuno si interesse se centinaia e centinaia di precari non dormono la notte perchè non sanno cosa sarà del loro futuro. Tanto per tutti la scuola va bene, anche per i giornalisti che pensano ad altro e non si interessano minimamente di cosa sta succedendo in realtà.
Forse quando finalmente tutti capiranno quanto è successo da tre anni a questa parte, dopo la "meravigliosa" riforma Gelmini, sarà troppo tardi e i bambini saranno già stati "uccisi" nella loro cultura, i precari saranno già ad elemosinare in qualche angolo della strada o a fare il mestiere più antico del mondo e centinaia di famiglie saranno state distrutte dai debiti sempre più consistenti..... E chissà forse allora anche i giornali ne parleranno e ci degneranno di attenzione. Una precaria ormai senza speranza”.